"La maggioranza che è emersa in quasi ogni angolo del Paese ha sorpreso anche quelli che proponevano il referendum. Il ministro della Sanità ha detto che non è stato un referendum ma una rivoluzione culturale. La Chiesa deve chiedersi quando è cominciata questa rivoluzione culturale e perchè alcuni al suo interno si sono rifiutati di vedere questo cambiamento. È necessario anche rivedere la pastorale giovanile: il referendum è stato vinto con il voto dei giovani e il 90 per cento dei giovani che hanno votato sì ha frequentato scuole cattoliche". Lo afferma alla Stampa, l’arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin.
"Non si può attribuire questa maggioranza a un qualche complotto - spiega mons. Martin -, il voto riflette la situazione attuale della cultura irlandese: quanto è accaduto non è soltanto l’esito di una campagna per il sì o per il no,ma attesta un fenomeno molto più profondo. Quando andai in visita ad limina da Papa Benedetto XVI, la sua prima domanda era stata: dove sono i punti di contatto tra la Chiesa cattolica e i centri in cui si forma la cultura irlandese di oggi? Questa domanda di Papa Ratzinger è vera e bisogna trovare la risposta, perchè siamo di fronte a una rivoluzione culturale". "È un cambiamento notevole - ammette l’arcivescovo di Dublino - i cui effetti concreti sono imprevedibili. Il premier cattolico assicura che per le chiese non cambierà nulla, ma saranno i tribunali a dover applicare la legge.
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