«Nuove case popolari? Aggiustiamo ciò che c'è»

«Nuove case popolari? Aggiustiamo ciò che c'è»

Edilizia popolare si cambia: stop alle nuove edificazioni, i finanziamenti si devono concentrare per recuperare l'esistente. Questo il New Deal inaugurato dall'assessore alla Casa di Palazzo Marino Daniela Benelli che ieri ha illustrato lo stato dell'arte delle riqualificazioni dei quartieri di edilizia residenziale. Ci sono 22mila persone in attesa di un alloggio, il dato di partenza. Ora, la nuova filosofia è spostare i finanziamenti per progetti di nuove costruzioni partiti solo sulla carta su interventi urgenti di recupero.
I 18 milioni di euro destinati all'area di Rogoredo sono stati «spostati» per ristrutturare le torri di via Tofano (Baggio) regno del degrado e dell'abusivismo. Stesso discorso per i 1,4 milioni destinati a via Idro che sono stati spostati su Casette. In questo caso il Comune è intervenuto per coprire il mancato finanziamento da parte di Aler. Anche i soldi destinati al nuovo in via Scaldasole e via delle Mele sono stati dirottati per completare la ristrutturazione del caseggiato popolare di via Solari 40. Unica eccezione: il progetto - annunciato dall'assessore all'urbanistica Lucia De Cesaris - di «un quartiere tutto sociale ad affitto moderato», in una «area di certo rilievo senza ricorrere al finanziamento pubblico».
Così si fa strada l'ipotesi di trasferire i 30 milioni di euro stanziati in passato per il progetto di nuova edificazione in via Giambellino all'abbattimento e ricostruzione di due palazzi Aler di via Lorenteggio 179 e 181, i più ammalorati. Per procedere con il progetto però ha spiegato l'assessore Benelli occorrerà «avviare un tavolo con Regione e Aler: la proprietà è di Aler, per investire risorse del Comune occorre un accordo di programma o acquisire il diritto di superficie. Riteniamo molto importante dare un segnale agli abitanti di quel quartiere». Contrario al progetto il consigliere di Forza Italia Fabrizio De Pasquale: «Non è positivo fare tabula rasa di tutto quello avviato dall'amministrazione precedente. Bene il tentativo di recupero ma - ha detto De Pasquale - il quartiere Aler del Lorenteggio, per le condizioni in cui è, non potremo mai risistemarlo. L'idea di ripartire da zero lì è un passo dannoso per la città».
Ma l'assessore all'Urbanistica non ci sta e accusa la precedente amministrazione «di aver mangiato il patrimonio Aler».

Nel «buco» di circa 80 milioni «il problema non è solo la morosità» per De Cesaris «e comunque la morosità deve essere prevista e va seguita con progetti sociali. Non si deve fare degradare il patrimonio, bisogna mettere in ordine i conti e invece che investire in progetti futuribili recuperare l'esistente e mettere in funzione lo sfitto».

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