Il nuovo capogruppo azzurro «Il vero modello? Forza Italia»

L'ex garante scelto all'unanimità dai colleghi per l'aula «Classe dirigente radicata in città e cultura di governo»

Alberto Giannoni

Gianluca Comazzi, 35 anni, laureato in psicologia, ex garante degli animali, 2.725 preferenze, è il nuovo capogruppo azzurro.

«Nella prima riunione del gruppo c'è stata una convergenza sul mio nome, scelto all'unanimità. Ringrazio per la fiducia la coordinatrice regionale Mariastella Gelmini, i colleghi e i miei predecessori Fabrizio De Pasquale e Pietro Tatarella, per questa responsabilità di guidare in aula il partito più grande dell'opposizione».

È un riconoscimento per il suo exploit elettorale?

«Sicuramente un riconoscimento per il merito, inteso come preferenze. E la questione del merito è da sottolineare. Forza Italia ha ottenuto il 20% e indica come capogruppo uno dei candidati che hanno ottenuto più voti. È il legame col territorio che ci guiderà per i prossimi anni. Noi vigileremo ma oltre vogliamo lavorare fuori anche dall'aula».

In campagna elettorale questo suo legame si è visto sui temi dell'ambiente e della tutela degli animali.

«Ci sono tanti temi su cui lavorare ed è importante non smaltire questo legame. Faremo iniziative mensili, e un grande lavoro con i municipi. L'obiettivo è mostrare approccio concreto e cultura di governo».

A proposito, Sala chiede in pratica di condividere le scelte sull'immigrazione.

«Il problema va affrontato alla fonte, non possiamo sempre lavorare sull'emergenza. Sala alzi la testa, mostri personalità e vada contro il governo di Renzi, anche se l'ha indicato, faccia valere la sua voce. Io mi auguro che abbia più coraggio, con Pisapia tutte le scelte sono state subite».

Come giudica le prime scelte da sindaco di Sala?

«Mi sono fatto l'idea di un Sala debole, ha un mandato fragile, è stato votato dal 25% dei milanesi e deve conquistare la fiducia degli altri, mi aspettavo più coraggio sulla discontinuità, avrebbe dovuto intercettare il malessere inserendo novità in deleghe importanti. Invece ha preso la giunta Pisapia ruotando qualche delega ma l'ossatura è la stessa. Si è comportato da vecchio politico».

Come vi regolerete per gli incarichi che spettano all'opposizione in aula?

«Io incontrerò i capigruppo dell'opposizione e decideremo quali ruoli spetteranno a ciascuno gruppo. Poi su quello che spetterà a Forza Italia deciderà il gruppo. Io voglio procedere così».

Lei arriva, nel 2011, da «Milano al centro» la lista più legata a Letizia Moratti...

«Sì sono molto legato all'esperienza di Letizia Moratti, la stimo molto, mi ha insegnato a occuparmi sempre di contenuti. Io non credo nelle correnti»

Si parla di «modello Milano». È stata una mezza vittoria o solo una sconfitta?

«Io parlo del modello Forza Italia, che da Milano deve essere esportato nel resto del paese. Qui è nata una classe dirigente giovane preparata che ha lavorato sul territorio. Quanto al centrodestra, oggi non si può prescindere dall'alleanza con la Lega e credo che l'esperienza di Lombardia popolare che in Regione governa con noi debba essere ripetuta. Quindi asse con la Lega da cui allargare la coalizione».

Ostruzionismo sì o no?

«Opposizione intelligente. Non abbiamo problemi a fare opposizione dura, le nottate, ma dobbiamo avere l'intelligenza di capire, di rappresentare la nostra cultura di governo, per portare avanti i nostri obiettivi».

Quali priorità?

«Sicurezza, diminuzione delle tasse, Irpef e suolo pubblico semplificazione della burocrazia e innovazione della macchina comunale. Milano deve tornare attrattiva. E politiche per la famiglia».

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