"Obbligati ad accoglierli, serve uno sportello unico"

L'esperienza del dirigente dell'ufficio stranieri in Questura

"Obbligati ad accoglierli, serve uno sportello unico"

Non parla mai di «clandestini», preferisce la parola stranieri. Perché Giuseppe De Angelis - 55enne, due figlie di 5 e 7 anni e una moglie funzionario di polizia - che sull'argomento «immigrazione» è sicuramente uno dei maggiori esperti del nostro Paese, sa bene che gli stranieri onesti, che lavorano e vogliono integrarsi non solo sono la maggioranza in Italia, ma producono il 14 per cento del Pil e versano 7 miliardi di euro nelle casse dell'Inps. Li ha trattati talmente bene, mettendoci cuore e anima insieme alla squadra di collaboratori della questura di Milano, che in 10 anni da dirigente dell'ufficio ha ricevuto centinaia e centinaia di lettere di ringraziamento. Ora che, dopo aver ricoperto dal dicembre '86 alcuni tra gli incarichi più prestigiosi, è diventato questore e se ne va, speriamo per occupare un posto degno di lui e della sua altissima professionalità, sono in molti ad avere gli occhi lucidi. Prima di lui per un permesso di soggiorno, infatti, ci voleva anche un anno e mezzo, ora in 35 giorni la pratica è pronta: quest'anno finora sono state fatte circa 180mila istanze tra Milano e provincia. Nel 2010, con la sanatoria, addirittura 210mila. «L'Italia è uno dei paesi europei con il minor numero di stranieri: siamo circa 60 milioni e loro raggiungono appena i 4,7. Certo: tra Milano (220mila) e provincia (410mila) su un totale di un milione e 300mila abitanti abbiamo più stranieri regolari che tutto il Piemonte. Persone che fino al 2004 non potevano fruire dei loro diritti. Con la legge Turco Napolitano, infine, la svolta epocale: ha sancito infatti che il permesso di soggiorno per chi vuole integrarsi è il primo atto per poter definire i propri diritti e avere una dignità in Italia, come la residenza, la scuola, l'assistenza sanitaria. E il primo obiettivo è farglielo ottenere, quando esistano tutti i presupposti, nel più breve tempo possibile. Era la realizzazione del mio sogno: uno stato efficiente. Dove un rinnovo non diventi un continuo peregrinare senza sosta, ma un atto automatico. Già nel 2001 in una circolare dell'allora capo della polizia Gianni De Gennaro si diceva che l'ufficio immigrazione deve fare solo i permessi di soggiorno, bene e velocemente. Perché gli stranieri non vanno trattati come una patologia, ma costituiscono una risorsa». Nel 2005 con un protocollo l'ufficio immigrazione di Milano, sempre per snellire le pratiche, coinvolge altre istituzioni a collaborare: la Procura, che deve controllare i casellari, l'Asl, per sveltire l'emissione della tessera sanitaria, con ben 7 università crea un proficuo scambio di dati, così come con i notai, mentre il famoso «progetto Cicogna» spiega alle straniere irregolari incinte i loro diritti. «Sono convinto che si arriverà a breve al concetto di sportello unico per lo svolgimento di tutte le pratiche che lo straniero deve fare».
E i profughi? «La Costituzione ci obbliga a dare accoglienza a chi non gode dei diritti fondamentali della persona nei Paesi d'origine, soprattutto quelli in guerra».

Ma non abbiamo Cara (Centri di accoglienza per richiedenti asilo), non abbiamo mezzi...De Angelis allarga le braccia: «Io ho cercato di rendere a questi stranieri almeno una vita normale perché non c'è niente di eccezionale in ciò che ti spetta di diritto».

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