Le Olimpiadi verso Roma a Milano la Città dello sport

L'Olimpiade del 2024 da organizzare a Milano, oppure la costruzione della Cittadella dello sport con tanto di nuovo stadio per Inter e/o Milan sulle aree di Rho-Pero dove nel 2015 si terrà l'Expo? È questo il doppio menù che il sindaco Giuliano Pisapia e il governatore Roberto Maroni porteranno sul tavolo del presidente del Coni Giovanni Malagò che incontreranno oggi a Roma nella sede del Comitato olimpico insieme al primo cittadino di Roma Ignazio Marino. Con Malagò che ieri a proposito della possibile candidatura italiana ai Giochi ha detto testualmente che «stiamo portando avanti certi ragionamenti». E poi che «il mio approccio lo conoscete: nessuno ce l'ha ordinato, abbiamo avanti dei mesi e le cose o le facciamo per bene o è meglio non farle». Perché «serve la maggiore condivisione possibile e io mi auguro totale, per arrivare a un'eventuale candidatura. Procediamo in questo senso». Un incontro che seguirà la partecipazione del premier Enrico Letta e del ministro per gli Affari Regionali con delega allo Sport Graziano Delrio al consiglio nazionale del Coni, ma dalle parole di Malagò alla vigilia appare chiaro come l'invito sia per un passo indietro di una delle due città in lizza.
E proprio in quest'ottica potrebbe maturare la mossa vincente per Milano. Preso atto di una situazione degli impianti che molto difficilmente consentirebbe ambizioni olimpiche e visto che mai come in questo caso l'importante non è partecipare, ma piuttosto vincere, la proposta da ventilare ai vertici dello sport italiano potrebbe essere un via libera all'ambizione di Roma in cambio di un appoggio di Malagò al progetto della Cittadella dello sport sul sito Expo. Un contributo non solo verbale, ma anche materiale del Coni che potrebbe far decollare un progetto che piace parecchio a Maroni, ma anche (seppur non ancora ufficialmente) ai piani nobili della società Expo. Perché non c'è dubbio che risolvere l'enigma del destino dei terreni già due anni prima della chiusura dei cancelli, toglierebbe un bel peso dal bilancio non solo economico di un evento il cui successo si misurerà anche (se non soprattutto) sul destino di quell'area per il futuro della città. E non è un mistero l'interessamento di Inter e Milan alla costruzione di un nuovo stadio. Soprattutto con rivoluzioni societarie che portano partner stranieri per cui, come già succede nel resto del mondo, è difficile concepire il business di una società senza l'abbinamento a un proprio stadio, gestito secondo le più moderne logiche di marketing e sfruttamento commerciale. E a Rho-Pero si potrebbe sfruttare la perfetta infrastrutturazione lasciata in eredità da Expo.
Ecco perché la speranza è che la composizione di interessi diversi e la collaborazione tra pubblico e privato possa essere il volano per dotare Milano di un nuovo stadio e di tutte quelle strutture sportive di cui la città ha bisogno da anni.

E il fatto che sul sito il pubblico abbia investito una cifra intorno ai 300 milioni di euro, non rende impossibile immaginare una soluzione di questo tipo: abbandonando le ipotesi di un'edificazione residenziale visto che non molto lontano nascerà Cascina Merlata, ma anche gli insopportabili tentennamenti della Rai sulla costruzione del nuovo centro di produzione.

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