I Peanuts siamo noi. Perché non sono supereroi, non hanno poteri sovrumani. Semplicemente, come la maggior parte di noi, si limitano ad osservare il mondo e raccontarlo. Per questo la mostra «Il fantastico mondo dei Peanuts», da oggi al 10 gennaio 2016 allo Spazio Wow, si apre con uno Snoopy a grandezza d'uomo con cui farsi fotografare mentre, sullo sfondo, gli altri personaggi nati dalla fantasia di Charles Schulz ti fanno sentire uno di loro, il «Peanut mancante». Poco lontano, un cesto di noccioline rievoca la bizzarra storia del loro nome: in origine dovevano chiamarsi Li'l folks, cioè semplicemente «personcine». Ma siccome il nome cozzava con quello del più celebre (allora) Li'l Abner, venne proposto a Schulz il termine che, negli Usa, indicava le frange più inquiete e squattrinate del pubblico teatrale, che lanciavano gusci di noccioline agli attori scadenti. E il cerchio si chiude: i Peanuts, proprio come quei «loggionisti», guardano lo spettacolo dell'esistenza borbottando le loro critiche, ma in fondo altro non sono che «noccioline», cose da nulla.
La mostra, piena di pezzi unici e rarità, celebra una duplice occasione: i 65 anni dalla nascita dei Peanuts (la saga, iniziata nel 1950, terminò nel 2000), e l'imminente uscita nelle sale del film «Snoopy and friends», atteso per il 5 novembre anche se i milanesi potranno vederlo in anteprima già il 4, al Mic, per il progetto MediCinema. Cuore dell'esposizione sono ben 8 originali di Schulz, due dei quali appartenuti a Luciano Bottaro, grande ammiratore dei Peanuts. Tutto intorno si snoda un itinerario in 500 strisce sui grandi temi dei Peanuts: il baseball, il Beethoven di Schroeder, la psicanalisi di Lucy, la filosofia da muretto, gli sfottò a Charlie Brown, gli amori frustrati, la coperta di Linus… C'è anche un'installazione multimediale che svela i rapporti “segreti” fra i personaggi: scopriamo, ad esempio, che Piperita Patty non ha mai realizzato che Snoopy non è un bambino. Del resto era molto orgoglioso di essere un bracchetto, e in un'apposita sezione scopriamo perché.
Gli approfondimenti tematici sono accompagnati da didascalie di esperti: Roberto Battiston, presidente Agenzia Spaziale Italiana, introduce Snoopy astronauta: lo chef Simone Rugiati consiglia la ricetta delle “toffolette”, i marshmallow di tanti falò sotto le stelle; il giornalista Massimo Oriani scrive di baseball; la psicologa Giulia Mazzei illustra la “sindrome della copertina”; lo scrittore Andrea Carlo Cappi spiega il blocco di Snoopy romanziere, mentre il docente di Aeronautica Gregory Alegi rievoca la caccia al barone Rosso.Quanto alla cuccia di Snoopy, la vedremo a grandezza naturale, con tanto di Van Gogh appeso, e ricostruita in mattoncini Lego dagli appassionati di BrianzaLug.
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