Ora MiTo suonerà... a passo di danza

Presentato il calendario della rassegna musicale più attesa, con 62 concerti in città

Ora MiTo suonerà... a passo di danza

Grandi direttori (da Chung a Petrenko) ai grandi interpreti (Argerich e Fischer) formazioni vip, basti dire Royal Philharmonic Orchestra, che aprirà i concerti alla Scala. Poi i temi: dopo «padre e figli» e «l'ecologia», il Festival MitoSettembreMusica anno 2018 vira verso il dialogo-confronto tra le arti, una più popolare dell'altra: note e movimento, concerti abbinati alla danza. «La danza», il tema principe. Che parla di musica e viceversa. «La danza - spiega il direttore artistico che è il compositore Nicola Campogrande - ha sempre rappresentato una fonte di ispirazione per i compositori, perché nelle sue forme, nelle sue strutture, si trova esplicitato in forma fisica ciò che il pensiero musicale disegna nel tempo». Dal medioevo a oggi non c'è stata epoca «che si sia privata del piacere di comporre, eseguire e ascoltare musica in vario modo ispirata alla danza».

Dal 3 al 19 settembre il lasso di tempo in cui Milano e Torino - per un totale di 125 concerti (62 nella prima e 63 nell'altra) - si stringeranno la mano nel nome dell'arte dei suoni. Il festival, arrivato alla sua dodicesima volta, «si rinnova nel segno del dialogo tra le due metropoli italiane - hanno dichiarato durante una conferenza stampa i sindaci Giuseppe Sala e Chiara Appendino - che proprio nella musica hanno reinventato il rapporto tra città, pubblico e territori». Dal punto delle scelte salta all'occhio un'attenzione particolare ai «Balletti russi». La super violinista Fischer, proprio all'inaugurazione, si occuperà di tre generazioni di autori, Ciajkovskij, Stravinskij e Victoria Borisova-Ollas che ha orchestrato «Traumerei» di Schumann. Esclusivamente milanese è il concerto «Esplosioni» che vede protagonisti i ragazzi dell'Orchestra dell'Accademia Teatro alla Scala diretti da Fedoseyev con la giovane violoncellista Prandi. Di più.

La maratona si chiuderà il 19 settembre al Teatro Dal Verme col concerto intitolato «Altre danze», protagonisti l'Orchestra sinfonica nazionale della Rai diretta da Stanislav Kochanovsky ed Enrico Dindo al violoncello. Tra gli altri eventi da non perdere: Xavier de Maistre il 10 al Teatro Grassi, Evelyn Glennie e Philips Smith al teatro Fontana e Antonio Ballista al Teatro 89. «Quest'anno sono 16 giorni di musica in ognuna delle due grandi città - afferma il presidente Anna Gastel - concerti pensati per un pubblico che, pur non rinunciando alla qualità dell'esecuzione, potrà gioire di una vera festa della musica popolare, ossia davvero accessibile a tutti. Si suonerà non solo in Conservatori o teatri e non solo nelle zone centrali di Milano o Torino, ma in ogni punto urbano». Ci sarà anche la giornata dei cori - 8 settembre - quindici in tutto distribuiti in dieci eventi; tutti i cantori si riuniranno a fine giornata per esibirsi insieme al pubblico e al coro Giovanile Italiano diretto da Gary Graden.

Infine il capitolo ticket: quest'anno i concerti si pagano 3 euro (quelli serali da 10 a 30 euro). Il motivo si capisce dai volumi dei finanziamenti pubblici: il festival prende 700mila euro in meno rispetto alla precedente edizione, occorreva una compensazione.

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