(...) sul mercato se non avessero la benedizione delle famiglie del crimine organizzato italiano, che - a dispetto di tutti i maxiprocessi - continuano a imporre la loro legge. E questo permesso ad operare viene concesso perché all'origine della catena ci sono loro, i clan calabresi che hanno spostato la loro potenza dalle piazze di Milano ai territori dove la droga viene prodotta: allo stesso modo in cui i grandi industriali della pasta comprano le piantagioni di grano in Brasile.
Non sono più gli anni Ottanta, quando l'eroina grezza veniva raffinata in Lombardia, da chimici marsigliesi e da picciotti della 'ndrangheta come quelli catturati a Rota Imagna. Nell'economia globalizzata del narcotraffico, la catena di produzione si muove lungo sentieri complessi.
Ma è su questi sentieri che bisogna avventurare le indagini, sapendo che costerà fatica e denaro, ma che davanti ai piani criminali di cui Rogoredo è solo la conseguenza plateale, non c'è altra strada. A meno di non voler stare qui a tornare a contare i morti.Luca Fazzo
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