Cronaca locale

Ora Sala fa il "gretino": a Milano vietate le pubblicità delle auto se non sono "verdi"

A Milano non potranno sponsorizzare le riqualificazioni delle aree urbane le aziende non in linea con la politica ambientale del Comune

Ora Sala fa il "gretino": a Milano vietate le pubblicità delle auto se non sono "verdi"

Il Comune di Milano ha dichiarato guerra alle auto. Questa volta, però, non si tratta di provvedimenti come le ztl o le targhe alterne, bensì un qualcosa che ha spiazzato molti. Nonostante la crisi economica e le casse sempre più vuote, l’amministrazione ha deciso che le sponsorizzazioni per la rigenerazione di spazi urbani possono essere effettuate solo da aziende che hanno certi requisiti, tra cui l’anima "green".

Da tempo ormai, le vetture sono nel mirino degli ambientalisti: le macchine, ma non solo, vengono indicate come la causa principale dell’effetto serra, anche quelle che consumano poco carburante ed emettono una quantità ridotta di CO2. In questa epoca, anche a causa del "gretinismo" più spinto, c’è quasi da sentirsi in colpa se si usa l’auto o, orrore tra tutti gli orrori, l’aereo. È tanto chic, invece, se si va in bicicletta, in treno o meglio ancora piedi. Eppure in questi due mesi di lockdown è stato dimostrato che le polveri sottili non centrano con il traffico urbano ma fino ad un certo punto.

E così Milano si adegua. L'amministrazione ha avuto una "brillante" idea per salvare il Pianeta. Sabato scorso, il sito della municipalità informava in tono trionfale: "La Giunta ha approvato le linee guida per l'intervento dei privati nella rigenerazione urbana". L'assessore al Bilancio Roberto Tasca, che a suo dire è stato coadiuvato nel capolavoro dai colleghi Maran e Granelli, commentava con soddisfazione: "Un connubio pubblico-privato, una risorsa per la città ma con norme precise e trasparenti". Lo scopo è "rigenerare gli spazi urbani in via sperimentale con l'aiuto di sponsor tecnici". Nulla di male, anzi. Un modo, questo, per permettere di sistemare zone della città senza far ricadere i costi sui residenti.

Il punto che ha spiazzato molti è un altro."Sono in ogni caso escluse le proposte di sponsorizzazione riguardanti propaganda di natura politica, sindacale, filosofica e religiosa. È vietata la pubblicità del tabacco, super alcolici, materiale pornografico, a sfondo sessuale, inerente armi, brand automobilistici non coerenti con le policy di sostenibilità ambientale promosse dal Comune di Milano, nonché i messaggi offensivi, incluse le espressioni di fanatismo, razzismo, odio o minaccia o comunque lesive della dignità umana". In pratica, sembra le aziende automobilistiche saranno tagliate fuori nonostante possano sborsare cifre che farebbero comodo per il Comune, soprattutto in questi tempi.

Il mancato introito oggi riguarda solo Milano ma un domani potrebbe coinvolgere tutta l’Italia se l’esempio del Comune meneghino dovesse fare proseliti. I costruttori sarebbe spinti ad allontanarsi sempre di più dal nostro Paese. Del resto non ci sarebbe da stupirsi se un’azienda che non trova le condizioni per portare avanti una attività o, peggio ancora, viene additata come potenziale pericolo per il mondo decide di allontanarsi dall’Italia portando via investimenti, occupazione e tecnologie.

In sostanza, con l’amministrazione Sala ci sarà una sorta di classifica tra buoni e cattivi. Chi finisce dietro alla lavagna non avrà ha diritto di apparire, nemmeno se paga.

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