(...) e dei precedenti penali, persino un numero di telefono, il processo contro di lui naviga in un limbo irreale, con il giudice che allarga le braccia, perché tutto è molto chiaro ma anche molto oscuro, fumoso. Ma era davvero lui, quel giorno in corso di Porta Nuova? O era uno che usava il suo nome e il suo telefonino? Ci vorrebbe una sua fotografia, ma incredibilmente di sue foto non se ne trovano, nei tanti Comuni dove ha spostato la sua residenza sono spariti i cartellini delle sue carte didentità, il fascicolo del processo è semivuoto. Quando si cerca di afferrarlo scivola via. I commissariati, quando si cerca di denunciarlo, rifiutano la denuncia.
La vittima, il fotografo Rolandi, lo ha incontrato in corso di Porta Nuova nel marzo di tre anni fa, e ci ha rimesso i soldi. Ma il mese scorso lo ha incrociato di nuovo, in via Senato, «Evidentemente lavora qui, ma non ho avuto la forza di avvicinarlo, di dirgli niente». Di quanto accadde tre anni fa, peraltro, ha ricordi strani, confusi. Come se fosse ancora sotto leffetto dellipnosi di quellimpermeabile bianco.
«Io è difficile che mi metta a dare soldi in giro agli sconosciuti. Invece lui mi si avvicinò, mi disse che aveva perso la carta di credito e non aveva i soldi per tornare a Roma. Aveva limpermeabile spalancato e in una mano i biglietti dellaereo». Ma come? Voleva i soldi e aveva già i biglietti? La vittima non sa cosa rispondere. «Mi ha ipnotizzato. E io che non ci credevo, allipnosi!».
Anche quel che accade dopo è irreale. «Quando mi sono svegliato ho chiamato il telefonino che mi aveva lasciato. E ha risposto davvero lui, la voce era quella. Non ha negato. Mi ha solo detto di non disturbarlo più, in un modo così risoluto che io non ho saputo cosa rispondere....». Ha controllato il numero di telefono, è intestato a un napoletano che si chiama Agostino De Vivo, sessantanni, truffe e bidoni in tutta Italia.
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