Cronaca locale

Paolo Fresu al Blue Note a porte chiuse: «È un live di speranza»

Il grande trombettista si esibirà domani: «Spero di rivedere presto il mio pubblico»

Luca Testoni

«Nella nostra programmazione originale, poi saltata, Paolo Fresu avrebbe dovuto suonare per tre sere consecutive ad aprile. Quando abbiamo avuto l'idea di questo concerto per salutare la nuova ripartenza abbiamo subito pensato a lui e di far coincidere l'evento benefico con l'8 maggio, la Giornata mondiale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa».

Così, l'amministratore delegato del Blue Note Daniele Genovese, a proposito del primo concerto del locale di via Borsieri dopo il lockdown, rigorosamente a porte chiuse e trasmesso in streaming (attraverso la propria pagina Facebook e sulla App video di Huawei per la versione integrale), che domani alle 19 avrà per protagonista il grande trombettista jazz di Berchidda. Fresu sarà alla testa del Devil Quartet, formazione della quale fanno parte il conterraneo Bebo Ferra (chitarra) e una sezione ritmica formata dal contrabbassista Paolino Dalla Porta e dal batterista Stefano Bagnoli.

«L'esibizione al Blue Note è un segnale per la ripartenza che spero, come per tutto lo spettacolo dal vivo, possa avvenire in tempi brevi, seppure con tutte le misure di distanziamento fisico e sociale. Inoltre, è il mio primo concerto dopo il lockdown, nonché la mia prima uscita di casa...», confida Fresu.

«Considerato poi che il nostro concerto rientra nell'ambito di un progetto ribattezzato The Heart of Jazz, mi viene da dire che la musica è sempre in prima linea quando c'è di mezzo la solidarietà», aggiunge il musicista sardo, ricordando come l'happening sia legato ad un progetto di donazioni alla Croce Rossa per fronteggiare l'emergenza Covid-19. «Se il livello tecnico è ottimo, anche lo streaming può offrire un prodotto di qualità tale da regalare emozioni paragonabili a quelle del live tradizionale. Non sono però tra quelli che vogliono sostituire la musica dal vivo con quella in rete. Al contrario, il mio auspicio è che la musica dal vivo possa ripartire presto».

Nel frattempo, al Blue Note si fa di necessità virtù: «È nostra intenzione continuare nella fase 2 con altri live in streaming, che tra l'altro possono contare su una platea di ben 11 Paesi europei: dobbiamo ancora valutare se farli però ogni due o quattro settimane», fa sapere Genovese.

A quando il ritorno alla normalità? «Attendiamo le indicazioni delle autorità», interviene Andrea De Micheli, presidente e amministratore delegato di Casta Diva Group, società proprietaria del jazz club milanese: «Per come è fatto il Blue Note, dove si può assistere ai concerti solo da seduti, potremmo riaprire in poco tempo.

Il distanziamento tra i tavoli comporterebbe inevitabilmente una riduzione di capienza».

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