C'è una sottile differenza tra la provocazione e il cattivo gusto. Quando il limite viene superato degenera in becera offesa. E finisce nel calderone della Milano che ci fa vergognare.
Accade tutto tra le mura dell'università Statale. Il gruppo GayStatale, che combatte le discriminazioni legate all'orientamento sessuale, organizza un cineforum dal titolo «Omosessualità e religione». E cosa fa per pubblicizzare i tre incontri? Prende una fotografia di Papa Ratzinger e lo trucca da drag queen. Con tanto di rossetto rosso, ombretto sugli occhi e sopracciglia disegnate con l'eyeliner. Una carnevalata, secondo il gruppo, di sintetizzare i due concetti di sacralità e omosessualità.
In realtà il volantino, appeso sulle bacheche dell'ateneo e diffuso tra gli studenti, suona come un'offesa sonora non solo al Papa, ora emerito, ma all'intera comunità cattolica. Proprio quella a cui il popolo gay chiede comprensione, apertura mentale e rispetto.
Noi, che bacchettoni non siamo, non possiamo che catalogare la miope «genialata» pubblicitaria, sotto la voce delle trovate blasfeme.
Questo è il modo in cui chi chiede tolleranza utilizza i soldi pubblici della Statale. Già perché l'iniziativa rientra tra le voci per cui il gruppo studentesco ha ricevuto finanziamenti dal rettorato. Per la precisione 4mila euro (contro i 4.436 richiesti) per organizzare dibattiti, conferenze, proiezioni di film e per pubblicizzare gli eventi. In particolar modo, per il cineforum (in tutto tre film dal 9 novembre fino a martedì) sono stati utilizzati 360 euro per coprire le spese legate ai diritti Siae e 351 euro per la pubblicità. Ad approvare i finanziamenti fu l'ex rettore Enrico Decleva ma ovviamente il contenuto del volantino esula dalla sua responsabilità.
«Non esercitiamo controllo preventivo sui materiali che vengono utilizzati - precisano dagli uffici dell'università - Questo volantino sarà posto all'attenzione della prossima riunione del gruppo deputato a stabilire i finanziamenti, per verificarne il contenuto e le caratteristiche ai fini di eventuali prossime iniziative di sostegno».
Immediate le polemiche da parte degli altri gruppi studenteschi. A cominciare da Azione Universitaria, che sta per entrare a far parte di un coordinamento più ampio sotto il nome di Rotta di collisione. Il responsabile cittadino Francesco Quattrociocchi commenta la mossa degli studenti gay sostenendo che «sono bravi a chiedere più diritti ma sono i primi ad essere intolleranti e a non rispettare le posizioni altrui. Con i loro incontri gay friendly sono i primi a creare divisioni tra gli studenti, quando invece dovremmo essere uniti per affrontare problemi trasversali a tutti, a cominciare dall'occupazione giovanile».
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