Coretti da stadio intonano Fran-ce-sco Franc-ce-sco. Solo che lo stadio è piazza san Pietro e la star è il Papa eletto il 13 marzo scorso dopo la rinuncia di Benedetto XVI. Al suo fianco, di fronte a lui, il cardinale Angelo Scola, a salutarlo e a baciargli l'anello di cui si è tanto parlato perché è d'argento e non d'oro. Tutti consideravano Scola il più papabile e invece dalla Cappella Sistina è uscito Papa Bergoglio. Oggi (ieri) l'arcivescovo di Milano guida diecimila ambrosiani felici di incontrare il Papa. E anche loro due si incontrano e si abbracciano con gesti affettuosi, fraterni.
«Davvero sono entusiasti questi milanesi» dice con il suo accento musicale Papa Francesco. Sorride allegro: «Accolgo con grande gioia il pellegrinaggio della Diocesi milanese». Siamo all'udienza generale del mercoledì e l'arcivescovo Scola guida il gruppo dei diecimila pellegrini. Numero sorprendente anche per una delle diocesi più grandi del mondo. E i milanesi si fanno sentire: sono festosi, fanno sventolare fazzoletti, gareggiano a esprimere entusiasmo.
Il pellegrinaggio a Roma è nato dopo l'Incontro mondiale delle famiglie del giugno 2012 alla presenza di Benedetto XVI: per partecipare si erano radunate nel Parco Nord un milione di persone. Nel frattempo sono successe molte cose nella vita della Chiesa. La rinuncia di Papa Ratzinger, l'elezione di Papa Bergoglio. «Avevamo programmato questo pellegrinaggio per ringraziare Benedetto XVI della visita a Milano, ma abbiamo avuto la grazia di incontrare Papa Francesco» ricorda Scola alla fine dell'incontro. Aggiunge: «Avere un nuovo Papa fa parte della vita, della modalità con cui Dio interviene sulla storia. E l'uomo ragionevole asseconda le circostanze».
Per l'arcivescovo di Milano, l'elezione di Bergoglio «è un'espressione della fantasia dello Spirito Santo e noi siamo ben lieti di associare il grazie che con calore dovevamo a Benedetto XVI con il contatto carico di affetto, come ha testimoniato la piazza di oggi, nei confronti di Papa Francesco, che ha mostrato di sorprendere con le sue novità». Poi Scola accenna alle vicende meno edificanti degli ultimi tempi: «È una ricchezza, quella della testimonianza cristiana, che le debolezze di noi uomini di Chiesa non intaccano».
Papa Francesco si rivolge in particolare ai quattordicenni milanesi che si preparano alla professione di fede. Le parole chiave sono umiltà, fraternità e servizio: «Prego per voi, perché la vostra fede sia come una pianta che cresce. Il Vangelo sia la regola della vostra vita, come lo è stato per Francesco d'Assisi. Leggete il Vangelo e meditatelo».
Il Papa dedica ampia parte della catechesi al ruolo delle donne, prime testimoni della risurrezione di Gesù. Un fatto questo che - spiega il Santo Padre - è anche una prova in più della storicità della Resurrezione: la tradizione dell'epoca non riteneva affidabile la testimonianza delle donne e se il racconto fosse stato inventato, nel contesto di quel tempo un ruolo da testimoni non sarebbe stato certo assegnato alle donne.
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