«Le missioni spaziali sono una garanzia di pace, che mantengono equilibrio anche in situazioni internazionali politiche difficili, come ora. Lo spazio non è forte, è fragile, se perdiamo le missioni spaziali si torna alle caverne nel giro di poche ore». È un messaggio da tenere sul comodino quello di Roberto Battiston, presidente dell'Agenzia spaziale italiana, in un momento in cui si sente la guerra alle porte. La sua dichiarazione nella sala reale della stazione Centrale ha completato il discorso dell'astronauta più amata non solo dagli italiani, Samantha Cristoforetti, partita ieri mattina da Milano sul Freccia Rossa per continuare il tour attraverso l'Italia, che si chiuderà domenica con l'arrivo al Museo ferroviario di Pietrarsa a Napoli.
Quando ripartirà Samantha che sogna una missione su Marte? Non subito, probabilmente, sebbene salga verso la Stazione Spaziale un astronauta ogni due anni. L'astronauta-bambina ha dichiarato che le stazioni ferroviarie e i treni sono stati la sua prima dimora, perché «è lo spirito nomade e d'avventura che ti porta a volare anche oltre la terra. Lassù non ho mai pianto - ha affermato la ragazza in tuta blu, giovane capitano dell'Aeronautica miliare -. Lo spazio odora di bruciato e di stantio, un odore molto cattivo. Ho sempre guardato alla Terra come al giardino di casa». Coltiviamolo in pace questo giardino. Samantha se n'è andata da Milano insieme ai due colleghi che erano con lei nella missione «Futura» nell'hotel galleggiante tra le stelle, l'americano Terry Virts e il russo Anton Shkaplerov.
Nella sala Reale, davanti al binario 21, erano presenti il direttore della comunicazione esterna Fs, Orazio Carabini; il portavoce dell'agenzia spaziale europea, Franco Bonacina e il generale dell'aeronautica Settimo Caputo.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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