"Patto" tra Sala e Parisi contro gli atti populisti

Il sindaco: intesa possibile sullo sviluppo

"Patto" tra Sala e Parisi contro gli atti populisti

«Durante la campagna elettorale del 2016 tra noi c'è stato un confronto anche serrato ma chi oggi è al governo - leggi Lega e 5 Stelle - insieme non avrebbe raggiunto il 20%. Se c'è la forza dei moderati di proporre persone di qualità la situazione nel Paese può essere invertita». Sembrano lontani i tempi dei match elettorali in tv o sul palco del teatro Parenti. L'ex candidato sindaco del centrodestra e leader di Energie per l'Italia Stefano Parisi ieri accanto a Beppe Sala a Palazzo Marino per discutere del rapporto sulle Pa «Reinventare lo Stato» (prodotto dalla Associazione Amici di Marco Biagi e illustrato dal'ex ministro Maurizio Sacconi) si trovano sulla stessa linea su sviluppo, investimenti e (soprattutto) critiche al governo pentastellato. «Qui c'è un modo di intendere le tematiche di sviluppo del nostro Paese che certamente ci può vedere vicini - ammette Sala -. La manovra del governo mi sembra sbagliata, è come immaginare il Paese su un'onda virtuosa e invece di investire per farla crescere viene tolta l'onda. Non si fanno investimenti di lungo periodo, si pensa ai bisogni immediati, alla prossima tornata elettorale. Quota cento? verrà rimpiazzato il 20% di chi rimane a casa. Chi fa politica ha troppo l'esigenza di portare risultati nel breve». Si parla di Pa è ammette che tornando da sindaco dopo 6 anni nel Comune dove era stato il dg di Letizia Moratti ha trovato «una cosa peggiorata, la maggior paura dei funzionari pubblici di firmare atti.

Ci sono tanti livelli di controllo, Anac, Tar, Corte dee conti, sistemi interni. Vero che molte indagini si risolvono con il fatto non sussiste o assoluzione ma intanto si passano 6-7 anni di angoscia e anticipando le spese legali».

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