Pdl, è il giorno della resa dei conti in Regione

A las cinco de la tarde in Regione la riunione del gruppo pdl per il regolamento di conti finale. Con una premessa. Almeno a parole l'intenzione di tutti è «non spaccare il partito». Non sarà facile perché «ci sono tre minoranze». E alla vigila il pallottoliere dei 19 consiglieri dice di otto mantovaniani «blindati», sette ciellini («di cui un paio col mal di pancia») e quattro disposti a sposare il progetto del coordinatore cittadino Giulio Gallera e del «socialista» Alessandro Colucci: l'alleanza con i formigoniani per degradare il co-capogruppo Claudio Pedrazzini (uomo del coordinatore regionale Mario Mantovani) e sostituirlo con un direttorio a cinque guidato dal riconfermato ciellino Mauro Parolini che rimane capogruppo, ma affiancato come vicario da Mauro Piazza («laico» lecchese in guerra con il falco Michela Vittoria Bramnilla appoggiata da Mantovani) e da un secondo vice in quota Mantovani che potrebbe essere Fabio Altitonante o lo stesso Pedrazzini. Una proposta a cui il coordinatore potrebbe opporre una più morbida via di mediazione, derubricando Pedrazzini a vice capogruppo.
Ma nella partita ora sono entrati anche gli assessori nominati enza venire dal consiglio. Nel mirino le poltrone di Valentina Aprea, Maurizio Del Tenno e Paola Bulbarelli che i «ribelli» vorrebbero giubilare per promuovere chi si è guadagnato i galloni a suon di preferenze. L'identikit di Gallera e Altitonante, con Colucci che punta al coordinamento regionale. Ma Mantovani avrà buon gioco a dire che il governatore Roberto Maroni non ha nessuna intenzione di metter già mano a un rimpasto e che in quelle nomine gran peso ebbe la segreteria nazionale pdl.

Sulla carta l'alleanza tra i formigoniani e l'asse Gallera-Colucci potrebbe avere i numeri, ma due colombe come Stefano Carugo (forse oggi a Roma per un altro impegno) e l'assessore Mario Melazzini potrebbero rimettere tutto in gioco.