Cronaca locale

Il Pdl dal prefetto: manca democrazia

L'opposizione a Palazzo Marino protesta per la gestione delle sedute da parte del presidente Rizzo: "Calpestate le regole"

Il Pdl dal prefetto: manca democrazia

Spaccio, mafia negli appalti, truffe agli anziani. Mai avrebbe immaginato forse il neo prefetto Paolo Tronca, insediato un mese fa, che tra i primi dossier da affrontare sul tavolo di Palazzo Diotti ci sarebbe stata la gestione dell'aula a Palazzo Marino. Ma in consiglio comunale «non viene rispettata la democrazia». Glielo hanno denunciato chiaro ieri i capigruppo del centrodestra, che si sono rivolti alla più alta autorità locale in tema di sicurezza perché difenda i loro diritti di opposizione. È la prima volta a memoria che dei partiti sono costretti a ricorrere a un prefetto per rappresentare in aula le posizioni di chi li ha votati. In questo caso, il 44,8% dei milanesi.

Il fatto: a fine luglio la giunta porta in aula la stangata sulla sosta, con l'aumento delle tariffe in centro. Pdl, Lega, Fdi, Milano al Centro e Manfredi Palmeri tengono duro per ore con una guerra degli emendamenti per cercare di modificare la delibera. Nella notte propongono di rinviare il voto a settembre, per esaminare se ci sono margini per alleggerire la pressione sui pendolari. Niente da fare. Diventa muro contro muro. E dalla campanella di inizio alle 16.30 si arriva all'alba del giorno dopo senza che le posizioni si avvicinino. A quel punto, il presidente dell'aula Basilio Rizzo, che in vent'anni sui banchi dell'opposizione ha regalato agli ex sindaci del centrodestra lezioni di ostruzionismo duro e puro, decide di contingentare i tempi del dibattito. Il centrodestra abbandona l'aula per protesta, il giorno dopo si presenta con le tute bianche da Csi e canta il «funerale della democrazia». Ora che si prepara la maratona del Bilancio e ha chiesto l'intervento preventivo del prefetto.

Che ha apprezzato la richiesta, riferisce il capogruppo Alan Rizzi, «perché manifesta la nostra volontà di cercare un dialogo e non la rottura a tutti i costi», ha «assicurato che da oggi ci sarà da parte sua attenzione a quanto avviene in consiglio. Gli abbiamo consegnato il parere legale del nostro avvocato sul regolamento comunale, che Rizzo ha letto a modo suo, e intende rivederci una volta che si sarà fatto un'idea chiara della situazione». Basilio Rizzo si era appellato all'articolo 12 comma 5 per spiegare che se non si ravvede volontà dell'aula di arrivare a delibera, l'Ufficio di presidenza può contingentare i tempi. Ma «il regolamento precisa che la decisione spetta alla conferenza dei capigruppo». Il centrodestra rimarca che in tanti anni al governo della città «mai è stata tolta la parola all'opposizione. Nel mandato di Pisapia è successo già tre volte, nella votazione sull'Irpef, sulla vendita Sea e poi sulla sosta». L'(ex) barricadero Rizzo? Tira dritto.

«Non c'era volontà di arrivare a delibera da parte del centrodestra, ho agito da regolamento tutelando i diritti dell'opposizione e quelli dei milanesi. E contingenterò di nuovo se useranno l'atteggiamento di “bloccare per bloccare” il Bilancio. I milanesi aspettano gli investimenti, non possiamo dire che attendano ancora mesi per l'ostruzionismo puro dell'aula». Parentesi: le nuove tariffe della sosta sono slittate a novembre.

Che fretta c'era.

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