Prove di unità nel Pdl milanese «entusiasta» di tornare a Forza Italia. «Il nostro avversario è la sinistra e lo sappiamo bene noi che lavoriamo in un contesto in cui la sinistra è al governo» spiega il coordinatore cittadino Giulio Gallera. Martedì sera si è riunito il coordinamento milanese del Pdl-Forza Italia in versione allargata, aperto a tutti gli eletti. Oltre cento persone per una dichiarazione di intenti in otto punti, che difende a spada tratta Silvio Berlusconi dalla «richiesta di estromissione dal Parlamento», definita «inaccettabile». E punta tutto sull'«unità di Forza Italia, rifuggendo da divisioni ornitologiche lontane dai bisogni dei cittadini e dalle loro speranze di cambiamento». Insomma, dividersi in falchi e colombe non è nell'interesse di nessuno.
Il documento chiede anche di selezionare la classe dirigente del partito «attraverso un virtuoso processo democratico». Parole queste che hanno messo d'accordo tutte le anime di Forza Italia, dai liberal agli esponenti più vicini a Comunione e liberazione. «Il documento è stato votato all'unanimità - spiega ancora Gallera - e riconferma la totale leadership di Berlusconi. Sarà Berlusconi a decidere, ma noi facciamo sentire la nostra voce per segnalare l'esigenza di un partito che elegga democraticamente i propri rappresentanti sul territorio».
In Lombardia sono il 75% i delegati che hanno firmato il documento Berlusconi, ovvero la delibera dell'ufficio di presidenza del Pdl che decide il ritorno a Forza Italia e l'azzeramento di tutte le cariche e soprattutto dà a Silvio Berlusconi il compito di riorganizzare il partito. Soddisfatta anche una lealista come Daniela Santanché: «È la prova del grande lavoro fatto da Mario Mantovani, Mariastella Gelmini e anche a da me. Nonostante vent'anni di governo Formigoni, che hanno ingrassato la componente ciellina, e la presenza al governo del ministro Lupi, in Lombardia stiamo tutti con Berlusconi».
Il coordinatore regionale, Mario Mantovani, è sereno sull'esito del consiglio nazionale di sabato 16 novembre: «Andiamo tutti a sostenere il presidente e a rilanciare Forza Italia, che rappresenta vent'anni della nostra storia e della storia del Paese». C'è chi parla di un intervento dei probiviri su coloro che non hanno firmato il documento dell'ufficio di presidenza, ma Mantovani smentisce: «Non credo. I probiviri intervengono per le violazioni statutarie e certo non perché non è stato firmato un documento».
Sarà assente dal consiglio nazionale Stefano Carugo, di area Cl, che però si unisce all'appello all'unità del partito: «Non vado a Roma perché ho la maratona di Valencia prenotata da sei mesi.
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