Forse mai Milano aveva visto una manifestazione (centomila secondo gli organizzatori, 50mila per le forze dell'ordine) sfilare in Galleria. Tre ore di corteo «e nemmeno una carta per terra, andremo a casa e ci poteremo anche le bottigliette di plastica dell'acqua», dice alla fine dal palco il segretario della Lega Matteo Salvini. E a chi gli chiede se questo sia il lancio della sua campagna elettorale da sindaco, risponde che «decideranno i milanesi, certo che se serve io sono a disposizione». Pronta la replica del capogruppo dei «vendoliani» di Sel in Comune Mirko Mazzali: «Milano ha dimostrato con il corteo antirazzista di essere città multietnica, dove l'accoglienza di tutti prevale sulle parole d'ordine xenofobe». Tralasciando magari che la contabilità finale è stata di 100(mila) a 3(mila) a favore del corteo della Lega.
Perché se è vero che il primo espulso della manifestazione contro l'immigrazione irregolare è stato il ministro dell'Interno Alfano («Angelino zerbino, sei il primo clandestino», «Al-Fano imam italiano», «Se prendo l'ebola l'attacca ad Alfano»), il secondo è di certo il sindaco Giuliano Pisapia. Bordate di fischi sono partite verso le sue finestre durante le tre ore del corteo che è sfilato sotto Palazzo Marino. E durissima è stata l'onorevole e giornalista di origini marocchine Souad Sbai: «Al sindaco che vuole fare le moschee a Milano, dico che in Italia ce ne sono già 1.400 nascoste dove si alimentano l'estremismo e il terrorismo islamico e dove le donne sono sottomesse e costrette al velo e all'infibulazione». Per Salvini «Ignazio Marino se la gioca con Pisapia come peggior sindaco d'Italia». Perché con i matrimoni gay segue il cattivo esempio proprio di Pisapia e «sta facendo il diavolo a quattro per farli riconoscere. In camera da letto ognuno è libero di fare ciò che vuole - dice Salvini -, ma la società è basata sul matrimonio tra un uomo e una donna e i figli si fanno tra uomo e donna».
Il governatore Roberto Maroni attacca l'operazione Mare nostrum («da ex ministro dell'Interno devo dire che è una schifezza, un mezzo per incentivarli a venire che alimenta l'immigrazione clandestina»). E poi il governo Renzi dopo l'annuncio che taglierà un miliardo di euro alla Lombardia. «Il vero crimine non è respingere i clandestini, ma costringere le Regioni virtuose a chiudere gli ospedali per pagare loro la diaria». E invita tutti i sindaci della Lega a non farlo e a pensare già a una «rivolta fiscale».
A metà corteo sfila anche lo spezzone di Casa Pound. La sezione di Milano in mezzo ai 1.300 arrivati da tutta Italia e inquadrati in file ordinate rinunciando al Tricolore per impugnare, oltre alla loro tartaruga, le bandiere «anti Ue», con una croce rossa sopra il blu e le stelle dorate. «Nasce una cosa nero-verde? Non lo so - risponde il leader Gianluca Iannone - Sull'immigrazione, la difesa dei confini e l'abolizione dell'euro abbiamo le stesse idee».
Poi vessilli della Russia e foto di Vladimir Putin. «Dicono che ho incontrato un dittatore? Il vero dittatore - dice Salvini dopo il faccia a faccia dell'altro giorno durante il vertice Europa-Asia - non è Putin, ma Matteo Renzi. Io farei cambio immediatamente».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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