Cronaca locale

Pisapia: "Campi chiusi, ma prima lavoro ai rom"

Il sindaco Pisapia ammette: l'obiettivo finale è superare gli insediamenti abusivi. Ma poi pone la sua condizione: "Un programma d'inserimento sociale"

Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia
Il sindaco di Milano Giuliano Pisapia

Il sindaco Giuliano Pisapia ora promette che «l'obiettivo è chiudere i campi rom». Ma solo «in un programma di inserimento sociale e lavorativo». Le proteste dei residenti hanno evidentemente fatto luce su un problema che in troppi vorrebbero lasciare lontano dai riflettori della cronaca e a cui solo periodicamente e costretti da rumorose manifestazioni gli amministratori della giunta arancione di Palazzo Marino promettono risposta. Con i fondi a disposizione, ha spiegato l'altra sera Pisapia davanti alle telecamere di Linea d'ombra a Telenova, «andranno per riqualificare pochissimi campi rom e ad aiutare a trovare lavoro per reinserirsi nella società queste persone. E per dare più sicurezza ai milanesi».

In prospettiva, quindi, per Pisapia ci saranno «uno o due campi per i rom di passaggio» e poi «luoghi dignitosi per chi vive e che non creino problemi a chi abita vicino». Perché, ha spiegato il sindaco riferendosi ai fondi a disposizione, «il Consiglio di Stato ha cancellato la normativa che dava al prefetto il compito di gestire la somma destinata dal governo Berlusconi per l'emergenza rom». Si tratta di 5 milioni di euro messi dallo Stato. «Il Comune non ci mette nulla, a parte 300mila euro per l'accoglienza, ma quei soldi erano bloccati. Allora mi sono attivato per sbloccare questi 5 milioni e utilizzarli per ciò a cui erano destinati».

Un tema di cui dovrà parlare con Roberto Maroni, il neo governatore piuttosto attento alle tematiche della sicurezza e di cui Pisapia già tesse le lodi. «Abbiamo idee politiche completamente diverse - precisa-, però nei rapporti istituzionali, è estremamente corretto e quindi c'è un rapporto di fiducia istituzionale che è diventata anche fiducia personale». Nulla a che vedere con il suo predecessore. «Mi trovo meglio con Maroni che con Formigoni». Come testimonia l'accordo sul commissario unico per l'Expo che comporterebbe il sacrificio proprio di Formigoni. «Con Maroni ci siamo detti che eravamo pronti a rinunciare a ruoli di potere».

Rapporti tesi anche con Stefano Boeri, l'ex assessore defenestrato. «Abbiamo cercato per due anni e mezzo di limare tutte le problematiche che non hanno nulla di personale, ma evidentemente abbiamo modi diversi di lavorare: io più collettivo lui personale. Io penso che prima di lanciare idee bisogna vedere se si possono realizzare. Lo rispetto dal punto di vista professionale e della visione politica, ma amministrare è un'altra cosa. Significa ogni giorno risolvere decine di problemi grandi e piccoli».

Ma per i milanesi la brutta notizia è che saranno loro a ripianare i 430 milioni di euro di buco nel bilancio.

«Dobbiamo rivalutare tutto - ha spiegato Pisapia già pensando al rincaro delle tariffe - Continuando a dare i servizi necessari e spiegando che chi ha di più deve dare di più».

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