Porta Nuova, la piazza del futuro

Porta Nuova, la piazza del futuro

Una piazza sopraelevata, ricoperta da un velo d'acqua che mette in comunicazione due quartieri, Isola e Brera. Una piazza di 2300 metri quadrati e 80 di diametro, protetta dalle pensiline con pannelli fotovoltaici che nutrono di energia le torri che la circondano, disegnata dall'architetto argentino Cesar Pelli con lo studio Land. Una piazza dove una panchina-scultura di 105 metri in pietra dalle linee tondeggianti abbraccia le tre fontane circolari.
Ecco la nuova piazza dedicata a Gae Aulenti, nel bel mezzo di Porta Nuova a Garibaldi, il nuovo quartiere della Milano che guarda verso l'alto. Ancora circondata da gru, cantieri aperti e architettura che sa di futuro, la nuova piazza da ieri pomeriggio è aperta a tutti milanesi. La guardano soddisfatti vecchi e nuovi amministratori della città perché come ha sottolineato Manfredi Catella, presidente e amministratore delegato di Hines Italia regista dell'operazione, «il progetto non appartiene a nessuna amministrazione ma da oggi appartiene alla città». È stata consegnata con il sottofondo delle voci bianche dell'orchestra Verdi, davanti a una platea di 1440 persone tra architetti, rappresentanti delle istituzioni (tra cui gli assessori Boeri e De Cesaris) artisti (Basilico e Garofalo) che in qualche modo hanno seguito la storia del progetto, al sindaco Pisapia che ha tagliato simbolicamente il nastro. «Qui si vede la capacità di Milano di unire sviluppo, crescita, tradizione e capacità di guardare al futuro. «È bellissima», ha commentato perché unisce «storia e futuro, perché a piedi si arriva in Duomo a San Babila». Da qui infatti attraverso due percorsi pedonali e ciclabili (un sistema di 160 mila metri quadrati) vengono uniti due quartieri. «Ecco come Milano parla al centro ma anche alla periferia. Ancora una volte riusciamo a creare qualcosa di nuovo». Ma bellissima anche «perché ha dato lavoro a tanti. In questo momento difficile se privato e pubblico riescono a lavorare insieme renderà nostra città più bella, e questo è nostro compito». Lo testimoniano i numeri. Il progetto prevede oltre 2 miliardi di investimento e 25mila impiegati e dal 2013 oltre 200 persone lavoreranno qui dove si apriranno le vetrine dei nuovi negozi. «L'Italia ha tutte le risorse per competere a livello internazionale - ha incitato Manfredi Catella - Bisogna deporre i tatticismi e iniziare a pensare in grande. Le grandi opere si fanno insieme e questa Porta Nuova è il risultato di una collaborazione virtuosa tra pubblico e privato che si può fare ed è l'unico motore di iniziativa sul territorio.

L'Italia ha insegnato al mondo come fare le città e non c'è nessun motivo per cui non possiamo riprendere questa tradizione». A Monsignor De Scalzi è toccato il compito di benedire il nuovo luogo «quell'agorà - ha detto - dove si incontrano persone diverse che hanno idee e provenienza differenti ma proprio dove si possono confrontare».

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