Profughi, Comune in crisi: "Servono cibo e coperte"

Esaurito l'hub in Centrale, via libera al campo base Expo. Appello dell'assessore Majorino: "La città ci dia una mano"

Profughi, Comune in crisi: "Servono cibo e coperte"

Una polveriera. Il presidente del municipio Samuele Piscina non esita a definirlo così, l'intreccio di emergenze che si è innescato in zona 2. Il piazzale della stazione centrale ormai ogni notte si trasforma in dormitorio, come le strade vicine. Il centro profughi di via Sammartini è pieno e a questa crisi cercano di sopperire le associazioni di volontari che in convenzione col Comune gestiscono l'accoglienza. Il governo ha dato il via libera all'impiego del campo base Expo. Intanto l'assessore al Sociale Pierfrancesco Majorino lancia un appello alla città: «Sono oltre 2.700 i profughi che Milano sta accogliendo». E chiede lenzuola, vestiti, latte e prodotti per i bambini. E il problema è arrivato fino al parco della Martesana, come testimonia l'intervento del capogruppo di Forza Italia Marzio Nava con la consigliera comunale Silvia Sardone: «Dove c'era una casa albergo per anziani non autosufficienti gestita da suore oggi - segnalano - è stata creata nel silenzio assoluto (e complice) delle istituzioni una casa famiglia in cui sono collocati profughi e presunti profughi di diverse etnie, al momento solo una settantina di donne ma a regime saranno anche 200». Al posto dell'istituto religioso oggi ha sede la Fondazione Progetto Arca. «Questo spazio - dicono i due azzurri - poteva e doveva essere usato per l'emergenza abitativa. L'avvento della nuova popolazione è stato accolto comprensibilmente con un mix di diffidenza e timore. Il Parco Martesana è già teatro di bivacchi, spaccio, soprattutto nelle ore serali, e nei fine settimana è colonizzato da feste i a base di musica e fiumi di birra». La sinistra, maggioranza in Comune e opposizione in municipio, con l'ormai ex candidato Alberto Ciullini replica: «È un caso legato alla questione migranti. Arca ha usato quelli spazi per far dormire una sessantina si persone. Il destino di quel posto non è quello, è una sistemazione del tutto emergenziale, non credo che vogliamo trasformare la loro sede in un dormitorio». Piscina è preoccupato, e segnala i timori dei residenti: «Si parla di 200 persone. I cittadini sono preoccupati, c'è già degrado, spaccio, diventa problema ulteriore che si espande».

Non molto distante, altre tensioni. Il centro islamico di via Cavalcanti. Già negli anni scorsi e poi in campagna elettorale, l'attuale presidente ha chiesto la chiusura, spiegando che viene usato come luogo di preghiera un locale posto 8 metri sotto il livello del suolo che «risulta accatastato come magazzino senza presenza di persone». Anche l'attuale sindaco, Beppe Sala, a pochi giorni dal voto ha promesso un intervento deciso: «Spazi come quelli di via Cavalcanti - ha detto - non devono più esistere» aveva detto il 14 giugno l'allora candidato Pd. «Promesse da marinaio - attacca oggi l'ex vicesindaco Riccardo De Corato - Peccato che nuove foto documentino la sua bugia: in occasione della fine del Ramadan in questi giorni il luogo di culto abusivo è stracolmo di gente, sia dentro che fuori». In quei giorni i residenti erano scesi in piazza, per dire basta. E tutto il centrodestra continua a chiedere a gran voce la chiusura del centro. Ora, da presidente di municipio, torna alla carica anche Piscina: «Chiederemo un incontro al sindaco per garantire la chiusura della moschea abusiva. Più di 300 persone in un giorno in un magazzino, il centro è da chiudere per la sicurezza dei cittadini e di ch va a pregare».

Su questo esito, oggi sembrano esserci pochi dubbi: «Ne abbiamo discusso - ricorda Ciullini - c'è stata una raccolta di firme, un esposto, il consiglio si era attivato, c'era stato un verbale di polizia locale. Se ci sono irregolarità, ci sono. L'associazione ha chiesto un adeguamento ma è chiaro che non può trasformarsi in luogo culto con centinaia di persone».

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