Proposta di Forza Italia: «Il sistema sanitario curi i bambini stranieri»

Proposta di Forza Italia: «Il sistema sanitario curi i bambini stranieri»

Anche se i genitori sono irregolari, i bambini stranieri potranno ricevere le stesse cure dei bimbi lombardi. Coperti dal sistema sanitario. Questo il progetto di legge che, se approvato, prevede l'assistenza anche ai figli di immigrati senza permesso. A depositarlo è stato il consigliere del Pdl, Stefano Carugo, che comunque si è voluto smarcare da una precedente mozione, presentata dall'opposizione e bocciata dalla maggioranza Pdl-Lega-Fdi, che chiedeva l'assegnazione del pediatra di base ai minori stranieri.
«È un provvedimento - sottolinea Carugo - di ulteriore tutela verso i minori stranieri, anche non in regola, che non comporta l'assegnazione del pediatra di libera scelta, ma l'iscrizione al sistema sanitario regionale, un potenziamento dei servizi territoriali e una partnership più forte con le associazioni». Carugo precisa che «Regione Lombardia assicura da sempre qualunque prestazione sanitaria ai cittadini stranieri prescindendo dal loro status». Già oggi, infatti, «sono garantite loro cure ambulatoriali ed ospedaliere urgenti; cure essenziali anche continuative; interventi di medicina preventiva e prestazioni di cura correlate». Insomma, «nessuna delle prestazioni contenute nei livelli essenziali di assistenza è esclusa». L'esponente del Pdl precisa che «ora si tratta di compiere un passo in più nella tutela di questi minori, in coerenza con i principi della Convenzione sui diritti del fanciullo e in attuazione all'accordo Stato-Regioni sancito nel 2012».
Questo progetto di legge potrebbe essere solo una delle novità della sanità lombarda. Ieri è cominciata, in Consulta, la discussione sulla nuova riorganizzazione degli ospedali e dell'offerta sanitaria per determinare le linee guida della riforma. Assente dalla riunione il presidente della Regione Roberto Maroni. Presenti invece gli assessori alla Salute Mario Mantovani e alla Famiglia Maria Cristina Cantù. La bozza della riforma si basa su un dato di fatto: ogni scelta, ogni accorpamento e ogni cambiamento di rotta dovranno fare i conti con un forte taglio delle risorse. Solo tra il 2012 e il 2014 la Regione calcola di ricevere dal governo 2,5 miliardi in meno e la situazione non sembra portare a schiarite. La riorganizzazione territoriale delle cure dovrà tener conto anche di questo.
Novità in arrivo anche sui tetti di spesa: si terrà conto non solo della quantità ma anche della qualità delle prestazioni. Analizzando i dati sulla popolazione, si sta anche pensando di potenziare il numero delle residenze per anziani Rsa che, ad oggi, sono solo 1,5 per comune. Per migliorare l'assistenza ai malati cronici si prevede anche un nuovo ruolo dei medici di base, che li affiancheranno nel loro percorso e li aiuteranno a prenotare visite specialistiche e ricoveri. Ovviamente l'imperat è risparmiare. Al di là di accorpamenti e di una nuova mappa delle Asl, la Regione vorrebbe centralizzare i servizi amministrativi e i centri di spesa.

Nessun cenno, in questa prima riunione, ai ticket né al rapporto tra pubblico e privato. I sindacati, a cominciare dalla Cgil, criticano il metodo: «Non siamo stati ascoltati, eppure rappresentiamo milioni di persone».

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