Ci sono volute dodici sedute di consiglio provinciale più sedici di commissione per far passare il Ptcp, il Piano territoriale di coordinamento della Provincia di Milano. In soldoni la griglia di norme e indicazioni a cui si dovranno adeguare 134 Comuni a cominciare da Milano e un bacino di 3 milioni di abitanti. Un lungo braccio di ferro in aula con 194 emendamenti presentati dai gruppi, oltre a 291 osservazioni suddivise in 1.418 sotto osservazioni e concluso, come hanno riconosciuto anche nel centrodestra a cominciare dal presidente del consiglio Bruno Dapei, «grazie all'atteggiamento responsabile dell'opposizione». Perché a garantire il numero legale in aula evitando così che tutto andasse in fumo ci ha pensato spesso il Partito democratico.
E così ieri il presidente Guido Podestà ha potuto parlare di «compattezza della maggioranza» e ricordare «l'approvazione con soli tre voti contrari». Lasciando sottintesa l'astensione del Pd al nuovo documento strategico che sostituisce quello varato nel 2003. Tra i punti fondamentali per lo sviluppo dell'area metropolitana ricapitolati dall'assessore alla Pianificazione del territorio Franco De Angelis, l'azzeramento del consumo di suolo, la valorizzazione ambientale, il potenziamento del sistema infrastrutturale, il policentrismo, la creazione di nuovi ambiti agricoli strategici. «Il Piano - ha spiegato De Angelis - contiene numerosi elementi innovativi: contrasto al degrado paesistico, potenziamento della rete ecologica, tutela delle aree agricole che coprono il 78 per cento del Parco Sud e indici più stringenti per il consumo di suolo. Inoltre introduce il tema di uno sviluppo realmente policentrico, superando un modello tradizionalmente centrato solo sul capoluogo». Per accedere a nuovo consumo di suolo sarà necessario aver realizzato l'80 per cento dell'urbanizzazione prevista, migliorare la concentrazione degli insediamenti e realizzare un riuso pari al 40 per cento delle aree dismesse.
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