Quasi 20mila i lombardi Presente il cardinale Scola

Quasi 20mila i lombardi Presente il cardinale Scola

Difficile fare conti esatti, ma impossibile non farli, anche se essere «massa critica» non era nelle intenzioni di questa giornata di Comunione e liberazione in udienza in piazza San Pietro da papa Francesco. Tra le ottanta e le centomila persone di tutto il mondo presenti, una stima a spanne parla di quasi ventimila in arrivo da Milano e dalla Lombardia, dove Cl è nata dalla predicazione di don Giussani.

Pochi striscioni, molti canti in tutte le lingue e anche un'Ave Maria in cinese, tra i presenti sul sagrato l'arcivescovo Angelo Scola, che dentro Cl si è formato, accanto al cardinale George Pell e ad altri porporati che hanno voluto essere presenti. Francesco li ha salutati prima di dirigersi tra i detenuti (c'era anche un gruppetto di Opera) e i volontari di Cl dediti alle attività sociali. Non sono mancati i politici: i ministri Maurizio Lupi e Angelino Alfano (milanese per studi universitari), l'ex presidente della Regione Roberto Formigoni, il presidente del consiglio regionale, Raffaele Cattaneo.

Il Papa, dopo aver parlato con entusiasmo degli scritti di don Giussani, ha invitato gli esponenti di Cl a non praticare una spiritualità di etichetta, a non dire «sono di Cl», a «respingere l'autorefenzialità, in tutte le sue forme», a «sapere ascoltare chi non è come noi, imparando da tutti, con umiltà sincera». Don Julian Carron, successore di don Giussani alla guida di Cl, ha accolto senza scossoni quella che suona come una correzione tra fratelli (e che qualcuno ha già definito una “strigliata”): «Oggi in piazza san Pietro noi abbiamo vissuto di nuovo l'esperienza dell'incontro con Cristo. Lo abbiamo visto davanti ai nostri occhi attraverso la persona e lo sguardo di Papa Francesco».

E ancora: «Ci ha fatto capire che il centro è uno solo, è Gesù Cristo, la cui esperienza ci consentirà di non ridurre il carisma a un museo di ricordi e di tenere vivo il fuoco e non adorare le ceneri». Era stato proprio il Papa a segnalare questo pericolo di «pietrificare» e «adorare le ceneri».

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