Fino al 5 ottobre, a Milano, sembrerà avverarsi la maldestra profezia di Thomas A. Edison: «Il cinema sonoro non soppianterà mai il muto», diceva un secolo fa l'inventore della lampadina. La storia è andata come è andata, ma i cultori del muto sono ancor oggi vivi e vegeti, stando almeno al seguito del Gran Festival del Cinema Muto, che ha aperto i battenti l'altroieri all'insegna di un ineguagliato maestro (anche del muto): Alfred Hitchcock, che in gioventù, nel cosiddetto «periodo inglese», il meno noto della sua lunga carriera, diresse una ventina di pellicole di cui 9 prive di sonoro.
Giunto alla quinta edizione, frutto della collaborazione tra Tema, I Solisti Lombardi e Fondazione Cineteca Italiana, il festival ci accompagna in un suggestivo tour fra varie location della città, proiettandoci negli anni Venti con ben 6 dei 9 lungometraggi muti del grande regista inglese, tutti in edizione restaurata e accompagnati con musica dal vivo di qualità.
Il primo palcoscenico coinvolto è quello del Dal Verme, dove la rassegna ha preso il via con The Manxman (L'isola del peccato), del 1929. Il film è adattato dall'omonimo romanzo di Hall Caine, e racconta la storia di un amore contrastato. Domani si va allo Spazio Oberdan, con Champagne Tabarin di lusso (1928), costruito sul personaggio di Betty, figlia ribelle di un miliardario americano che per un malinteso inizia a lavorare a Parigi in un locale poco raccomandabile, salvo poi fuggire e... lo vedrete.
Giovedì è la volta del Politecnico, con The Ring (Vinci per me, 1927), dove ritroveremo il bel Carl Brisson coinvolto, come in The Manxman , in un sottile triangolo d'amore, ma stavolta dal sapore pugilistico.
Domenica 21, allo Spazio Oberdan, arriva The lodger , (1926), thriller ispirato al personaggio di Jack lo Squartatore, che lo stesso Hitchcock vedeva come il suo vero esordio cinematografico. Il protagonista del film, Jonathan Drew, affitta una stanza a casa Bunting, mentre a Londra si cerca il «vendicatore», un serial killer che predilige le bionde. Daisy, la bella figlia dei padroni di casa, è fidanzata con Joe Chandler, un detective che è sulle tracce dell'assassino. Joe, geloso del nuovo inquilino, non tarda a sospettare di Drew.
Pausa di riflessione giovedì 25, al Museo del Novecento (ore 18), con un dibattito su Bernard Hermann, compositore e direttore d'orchestra newyorkese, autore delle colonne sonore di alcune delle più note pellicole del regista inglese tra cui Psycho , m a che lavorò anche con cineasti del calibro di Orson Welles, Francois Truffaut, Martin Scorsese ed infiniti altri.
Si riparte alla grande domenica 28, quando il festival trasloca al Mic - Museo Interattivo del Cinema, con la commedia umoristica The Farmer's Wife (1928), che testimonia il precoce gusto di Hitchcock per il grottesco. Finale all'Oberdan il 5 ottobre con Blackmail , giallo del 1929 di ambientazione londinese. Un film particolarissimo che segna il transito da muto a sonoro.
Nato infatti con assenza di suoni, venne girato in questa versione alla quale poi Hitch decise di aggiungere musica e dialoghi. In Italia è noto come Il ricatto . Tutte le proiezioni sono alle ore 21. www.cinetecamilano.it- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.