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Quei professori della Bocconi che ai conti preferiscono le note

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Anche il professor Monti conosce la Bjbu band («a dire il vero ha un nostro cd»), ovvero la Bocconi Jazz Business Unit, il gruppo nato nel 2004 e formato interamente da professori e manager ex laureati alla Bocconi e uniti dalla passione del jazz. I cinque quattrocchi (Marco Mariani, Franco Bagnoli, Nicola Pecchiari, Eugenio Mugno, Sergio De Masi) più una donna (Margherita Santomassimo, al pianoforte) subito dopo essere scesi dalla cattedra lunedì scorso, 14 maggio, sono saliti sul palco del Teatro Litta e sono stati protagonisti di un concerto abbastanza paradossale: una «commissione» (è il caso di dirlo) di impeccabili uomini in giacca e cravatta e una bella signora elegantemente vestita hanno riproposto in chiave jazz alcune delle più celebri colonne sonore di film e telefilm che hanno segnato la storia del grande e piccolo schermo. La serata s'intitolava «Jazz&Movies», e in scaletta musiche da «Batman» di Neal Hefti, 1966, a «Bullit&Mission Impossibile» di Lalo Schifrin, 1967-68, fino a «Theme from James Bond» di Monty Norman, 1962, «Charlie's Angels» di Jack Eliot e Allyn Fergusson, 1976. Insomma grandi classici del gruppo e, per l'occasione, anche qualche pezzo nuovo («ci aggiorniamo sui nuovi telefilm che escono»). Un sestetto jazz quindi piuttosto alternativo, se pensiamo che alla tromba c'era un professore di strategia aziendale (Marco Mariani), al sax tenore uno di accounting (Nicola Pecchiari), al sax alto Franco Bagnoli è un ex laureato bocconiano e ora dirigente di Auchan Italia S.p.A., mentre Sergio De Masi, batteria, dirige 3M Italia S.p.A. Si esercitano sempre all'interno della Bocconi, che ha fornito loro una sala prove attrezzata e un teatro (a disposizione anche degli studenti): «Di solito ci troviamo al lunedì sera», dice Nicola Pecchiari. Da veri professori, ovviamente anche i loro curricula musicali sono di tutto rispetto (jazzisti di levatura nazionale, alcuni militano stabilmente nella Civica Jazz Band di Milano), e, ulteriore motivo di vanto, la serata era senza fini di lucro: faceva parte del ciclo «In scena per una sera - Il talento sconosciuto dei milanesi», organizzato dallo stesso Teatro per sostenere la ristrutturazione del palcoscenico. Il Teatro Litta, infatti, ha sede nell'omonimo palazzo in corso Magenta dal 1697. È il più antico teatro milanese ancora attivo.

Per sostenere i restauri spesso necessari il teatro si appella ai cittadini: sono loro a fare spettacolo, il pubblico sa che il prezzo del biglietto (50 euro) andrà alla ristrutturazione del teatro.
Teatro Litta, corso Magenta 24, fondazione@teatrolitta.it, 02-8055891, 393-9414084

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