La cacciata dal partito (su cui poi il Pd ha cercato di rattoppare) di Maryan Ismail per aver espresso perplessità sul modo in cui è stato gestito il bando dei luoghi di culto a Milano produce una valanga di reazioni indignate. «È incredibile come nel Pd milanese non sia consentito esprimere le proprie idee quando non sono in linea con il pensiero unico del partito», commenta il coordinatore cittadino di Forza Italia Giulio Gallera. «Da Bussolati è partita l'operazione per epurare Maryan Ismail - che ricordo è musulmana - per aver espresso un parere negativo nei confronti del bando emesso dal Comune di Milano, grazie al quale sorgeranno due nuove moschee a Milano senza alcuna garanzia di trasparenza e sicurezza per la città: c'è aria d'intolleranza nel Pd milanese», continua Gallera, annunciando anche «una raccolta firme per tutelare il diritto della Ismail di esprimere le proprie opinioni». Critiche ancora più analitiche sono quelle espresse da Manfredi Palmeri, capogruppo del Polo dei milanesi a Palazzo Marino: «Appena Maryan dice che “il re è nudo“, il re la caccia dal Regno. Ma il Re sbaglia... Appena emergono i problemi di questo bando sbagliato che ha prodotto un risultato sbagliato, il Pd milanese invece di tappare la bocca a lei che lo dice, dovrebbe aprire le proprie orecchie e ascoltare che cosa dice e perché». Questa cacciata che sa tanto di epurazione e di «umiliazione politica di chi dice la verità», prosegue Palmeri, «non è un atto di forza, ma una certificazione di debolezza: non una parola è stata utilizzata per contrastare nel merito le posizioni. La motivazione è peggio dell'epurazione stessa: non è la linea del partito. La linea del partito sarebbe dunque quella di essere contro i moderati e a favore dei fondamentalisti?».
«Il passo indietro chiesto a Maryan Ismail dalla segreteria metropolitana del Pd è imbarazzante», gli fa eco il consigliere Matteo Forte. Secondo il quale questa gaffe conferma una certa, precisa linea: quella di «perseguire nella volontà iniziata con il bando di Majorino, e cioè umiliare le comunità moderate integrate e stendere invece il tappeto rosso ai fondamentalisti della Fratellanza musulmana, che invece tutto il mondo arabo del Golfo ha messo fuori legge».
Il consigliere Forte chiama in causa anche l'altro candidato alle primarie per il sindaco di Milano, Emanuele Fiano: «Mi chiedo cosa ne pensi: immagino sia imbarazzato anche lui da questo Partito democratico subalterno al peggior islamismo politico».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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