Archiviare l'inchiesta sull'uccisione di Anis Amri. Lo chiede la Procura di Monza, guidata da Luisa Zanetti. Il terrorista autore della strage di Berlino venne fermato da due poliziotti a Sesto San Giovanni nella notte tra il 22 e 23 dicembre 2016. Gli agenti, spiegano i pm, spararono al giovane tunisino perché si trovarono in una «evidente» condizione di legittima difesa.
La Procura non aveva iscritto nel registro degli indagati i due poliziotti, che avevano reagito quando a un normale controllo Amri fece fuoco. Uno dei due agenti rimase ferito. Il fascicolo infatti era rimasto a «modello 45», cioè relativo ad atti non costituenti notizia di reato. Il tunisino il 19 dicembre scorso a bordo di un camion aveva investito e ucciso in nome dell'Isis 12 persone al mercatino di Natale di Breitscheidplatz. Dopo aver freddato l'autista polacco cui aveva rubato il tir. «Giusta e opportuna», la richiesta della Procura secondo il sindaco di Sesto Roberto Di Stefano. «Colgo ancora una volta l'occasione - spiega il primo cittadino - per ringraziare i due agenti del Commissariato di Sesto San Giovanni e più in generale tutti gli uomini e le donne che nella mia città e in tutto il Paese operano quotidianamente per garantire sicurezza. Ribadisco che il Comune di Sesto San Giovanni, non sborserà neppure un euro per le spese post-mortem per il mostro di Berlino». L'affermazione del sindaco fa riferimento alla richiesta del Comune di Milano di pagare la fattura di 2.160 euro riguardante il deposito della salma del terrorista per sei mesi presso l'obitorio cittadino.
Interviene anche l'assessore regionale al Territorio Viviana Beccalossi: «Una buona notizia, che è un'ulteriore e importante motivazione per proseguire il percorso intrapreso dal presidente Maroni e da Regione Lombardia, che ha come obiettivo quello di realizzare un nuovo Commissariato di polizia a Sesto San Giovanni».
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