Rischia di costare salata a sette consiglieri ed ex consiglieri regionali la disinvoltura con cui avrebbero attinto alle casse dei gruppi per rimborsi spese che non avevano nulla a che fare con l'attività istituzionale. Ieri la Corte dei conti ha notificato una serie di «inviti a dedurre» a tre esponenti del Pdl e a quattro della Lega Nord: in pratica viene loro chiesta la restituzione del maltolto, dando la possibilità di discolparsi. In tutto, i sette dovrebbero risarcire circa mezzo milione di euro. É la prima puntata dell'indagine contabile che segue l'inchiesta penale della Guardia di finanza e che, prima o poi, dovrebbe venire chiusa anche a carico di esponenti del centrosinistra.
Tra i sette il nome più noto è quello di Nicole Minetti, ex consigliere Pdl, attualmente sotto processo per il caso Ruby, che ha lasciato il consiglio e la politica: tra le sue spese, anche 27 euro di crema per il viso. Insieme a lei l'invito a dedurre raggiunge Gianluca Rinaldin (Pdl), nel frattempo già condannato a due anni in un'altra inchiesta; i leghisti Stefano Galli, che è accusato di truffa allo Stato per una consulenza al proprio genero, Luciana Ruffinelli, ex assessore allo sport, Pierluigi Toscani (quello dei leccalecca in nota spese) e Fabrizio Cecchetti.
Ieri intanto l'ufficio di presidenza del Consiglio Regionale ha sospeso (con l'unico voto contrario del grillino Eugenio Casalino) l'erogazione ai gruppi consiliari dei fondi per le spese di comunicazione.
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