È un sindaco stanco e preoccupato quello che appare in diretta tv dalla redazione del Corriere della Sera intervistato sulla situazione tragica che Milano e la Lombardia stanno vivendo da oltre un mese. Beppe Sala ha già fatto i conti: «Ci vorrà un anno e un piano di comunicazione straordinario per rilanciare l'immagine della città dopo l'emergenza coronavirus. Sto lavorando su due binari insieme: La prima è la contingenza, quindi tenere botta. I servizi pubblici hanno continuato a funzionare. Sabato andrò simbolicamente a consegnare pasti agli anziani. Dall'altro sto già cominciando a pensare a quale piano di comunicazione farò, chi chiamerò per darci una mano nel riprendere, come si sosterranno i settori critici».
Il sindaco pensa a una campagna che possa dare un'iniezione di fiducia nei confronti della nostra città ricorrendo a testimonial d'eccezione: «Sto già dicendo a Giorgio Armani al giovane rapper, vari personaggi di tenersi pronti perché fra non molto dobbiamo trovare la formula da indirizzare al mondo». Quali i punti di forza di Milano? L'ospitalità, il design, la moda, il food: «servirà del tempo ma torneranno a chiedere di essere parte di questa Milano».
Nel frattempo bisogna fare delle cose piccole ma immediate: «Ci riprenderemo - ha assicurato Sala - vedo tante piccole iniziative nei quartieri, suggerisco di creare un'enorme rete per dare il buon esempio e cercare di rilanciare». er il primo cittadino «non è semplicissimo» tenere chiusi musei, cinema e luoghi della cultura: «Io sono stato il primo a dire di riaprirli, ma credo che quella adottata sia stata la misura giusta. Questa città senza apertura al mondo si affloscia, non può funzionare. Non sono tanto caldo sull'idea di città-Stato, credo nella città mondo, che trae benefici dal fatto di avere una grande reputazione all'estero e investimenti».
Questo quello che può fare un sindaco, poi si passa alle richieste al Governo, che ieri anche il presidente della Regione Attilio Fontana ha avanzato con i governatori del Veneto e dell'Emilia Romagna. Sala ha chiesto l'estensione delle misure previste da Roma anche alla «zona gialla», ovvero Milano: «Credo che il governo debba estendere quello che ha immaginato per la zona rossa anche alla zona gialla, per esempio oggi vengono dati 500 euro al mese agli autonomi e credo si debba fare anche per il nostro territorio. Gli alberghi e le grandi catene fanno fatica ma i piccoli albergatori rischiano di morire - ha osservato -. Una cassa integrazione in deroga anche per quelli che sono sotto i 15 dipendenti. E poi ci sono misure rispetto ai tributi e lì siamo insieme noi e il governo, quindi bisogna capire cosa fare. Credo che il minimo sia rinviare il pagamento dei tributi. Questo lo dico non scaricando sul governo ma è una riflessione che dobbiamo fare anche noi.
Io dovrò capire quante risorse avremo in meno e chi proteggere e sostenere di più nel rilancio».Mi ricandiderò? «Milano merita un sindaco estremamente convinto, forte, a posto e determinato, quindi se mi ricandiderò sarà a valle di una riflessione e con la voglia di rilanciare con la stessa forza per 5 anni».
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