Non vuol chiamarla «una lista della richieste» ma «delle opportunità». Il sindaco Beppe Sala ha chiesto alla giunta di «preparare i dossier da inviare al governo Conte bis, ministro per ministro. Ogni assessore ha un ministero competente di riferimento ma ci sono realtà a cui possono riferirsi vari assessorati, penso ad esempio a Dario Franceschini ai Beni Culturali: certamente è materia di Filippo Del Corno ma anche Pierfrancesco Maran all'Urbanistica ha sofferto su alcuni limiti che arrivavano dalla Sovrintendenza». É quasi un eufemismo. Il Comune non rimpiangerà certamente il ministro M5s Alberto Bonisoli, protagonista di vari match con Sala e Maran, dal vincolo sul quartiere Qt8 a quello (poi eliminato) sulla palazzina ex Chimici a Rogoredo o sull'avvio della tutela su Piazza d'Armi. Proprio sull'ex area militare di Baggio abbandonata da anni, senza paletti da parte del Pd Franceschini potrebbe partire velocemente il progetto che punta a trasformare la vecchia palazzina in sede del Demanio statale e a creare un grande parco con attrezzature sportive. «Ho chiesto a tutti di farmi una lista - ribadisce Sala - perchè proverò con ancora maggiore intensità rispetto al precedente governo a invitare tutti i ministri a Milano, per un dialogo con me e con la giunta». Dalla quota Pd del governo si attende ovviamente fondi e attenzione per Milano. Anche per contrastare l'opposizione del centrodestra che verso le Comunali 2021 si farà più pressante.
Il sindaco a caldo aveva rimarcato l'assenza di milanesi nel Conte bis («sembra una squadra a forte trazione sud»). É andata meglio alla collega 5 Stelle di Torino Chiara Appendino, visto che nel nuovo governo non solo ci sono due piemontesi, Fabiana Dadone alla P.A. e Paola Pisano all'Innovazione, ma quest'ultima è stata promossa proprio dalla giunta torinese. La Appendino ha potuto appuntarsi una medaglia: «Questo rafforza Torino nel contesto nazionale ed è anche un riconoscimento del lavoro che Pisano ha fatto con questa amministrazione». Sala ha tenuto il giudizio in sospeso, aspetta i nomi dei sottosegretari. Ieri ha ribadito che «circolano nomi di valore, come Lia Quartapelle o Emanuele Fiano, sarebbe importante avere dei milanesi perchè è la realtà che funziona di più in Italia. Poi quello che chiedo sono persone competenti, ci sono ministeri su cui non ci si improvvisa. Prima di tutto la professionalità, se c'è qualche milanese meglio». É «contento della promozione dell'ex prefetto Luciana Lamorgese al Viminale, prima di arrivare a Milano era conosciuta agli addetti ai lavori ma sconosciuta ai più, qui ha trovato un buon palco e ne ha approfittato perchè ha lavorato bene».
Non conferma e non esclude un rimpasto di giunta più allargato, dopo aver risolto internamente a luglio l'uscita dell'ex assessore Pierfrancesco Majorino affidando il Welfare a Rabaiotti e i Lavori a Granelli. C'era aria di voto, Sala aveva rinviato il rimpasto nell'ipotesi che qualche esponente della giunta si candidasse. Ora «chiudiamo tutte le caselle, poi vedremo».
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