Cronaca locale

Sala tra ricordo e polemiche "stoppa" il nuovo stadio

Il sindaco celebra le vittime, ma spara a zero su tutti. L'Inter: "Da lui dichiarazioni offensive e irrispettose"

Sala tra ricordo e polemiche "stoppa" il nuovo stadio

Bandiere a mezz'asta e le note del Silenzio che risuonano alle 11 in punto in piazza Scala. Anche il sindaco Beppe Sala ha osservato ieri un minuto di raccoglimento davanti a Palazzo Marino per le vittime del Covid. La giornata della memoria «è importante perché questo è un territorio che ha pagato un prezzo altissimo». La Lombardia è ancora in zona rossa e «non c'è da sorprendersi per il fatto che non ne siamo ancora fuori, i presupposti per ricadere in una situazione di crisi c'erano tutti, bisogna lavorare al meglio per vaccinare la popolazione il più in fretta possibile». E qui, anche nel giorno dell'unità e del silenzio, critica la Regione: «Bisogna essere molto chiari, è inutile fare promesse che non si possono mantenere. Tempo addietro avevano parlato di vaccinarci tutti entro giugno». Ne ha per la Regione, il centrodestra e anche per l'Inter con cui innesca un nel corso della giornata un durissimo match. Il progetto del nuovo stadio scalda Sala e soprattutto gli ambientalisti che attendono un segnale, specialmente ora che ha aderito ai Verdi Europei. E il sindaco butta la palla avanti, se ne parlerà nel prossimo mandato: «Finché in particolare l'Inter non chiarirà il suo destino per noi le cose devono rimanere necessariamente ferme - spiega -. Non stiamo parlando solo dello stadio ma di un progetto in cui metà dell'investimento riguarda altre cose, ci saranno 5 o 6 anni di lavori. Non posso affidare un quartiere della città per un così lungo periodo a realtà di cui non è certa la proprietà futura. Parlo con rispetto di Zhang, ma devono chiarire il futuro della società, fino ad allora credo sia logico fermarsi». E l'Inter qualche ora più tardi ribatte con un comunicato di fuoco: «FC Internazionale Milano ha una storia gloriosa ultracentenaria. Esisteva prima del sindaco Sala e continuerà ad esistere anche al termine del suo mandato». Definisce le sue parole «offensive nei confronti della proprietà, irrispettose verso la storia e la realtà del club e i suoi milioni di tifosi a Milano e in tutto il mondo nonchè irrilevanti rispetto all'attuale iter amministrativo del progetto. Se dovesse essere confermato che l'Inter e la proprietà non sono gradite all'attuale giunta sapremo prendere le decisioni conseguenti». Che botta per il sindaco interista. Per Matteo Salvini, intervenuto a «The True Show» su Telelombardia, «il partito del no aveva poco senso prima del Covid, figurarsi ora. Se vincerà il centrodestra alle Comunali lo stadio si farà, non ci sono dubbi. Parliamo di 1,2 miliardi di investimenti, migliaia di posti di lavoro e riqualificazione di un intero quartiere». Il sindaco aggiunge più tardi, «non può scaricare errori, ritardi e litigi politici della sinistra in Comune sulle spalle dell'Inter. Lo dico da milanese e da milanista, basta perdere tempo». E sull'ingresso di Sala nei Verdi Europei ironizza: «Non sapevo nemmeno che esistessero...». E il capogruppo Fi Fabrizio De Pasquale rimarca che su «mobilità, stadio, rigenerazione urbana è Sala a praticare la politica dei rinvio e dei ricorsi. A Milano serve un sindaco che decide, non che fa campagna da Sant'Ambrogio»

Sala alza i toni anche su Area C. Il centrodestra ha chiesto di spegnere le telecamere (almeno) in zona rossa ma Sala tiene il punto: «Noi staremo fermi così, sempre disponibili ad essere flessibili se cambiassero le condizioni, ma la polemica è strumentale, per chi deve lavorare, presupponendo che si vada prima delle 10, il problema non c'è, e dopo chi viene in centro in questa situazione?». Attacca il centrodestra e (senza citarlo) l'assessore regionale e consigliere comunale Fdi Riccardo De Corato che su Area C ha minacciato un esposto, anche se per ora non l'ha depositato: «É una politica molto triste quella che porta a fare esposti in Procura e chiedere che il prefetto intervenga di autorità. Qualcuno se ne prenderà la responsabilità e ne riparleremo tra qualche anno». Non si riferisce «solo a consiglieri comunali ma anche ad assessori regionali che minacciano continuamente esposti, così è difficile sostenere i rapporti tra Comune e Regione, Se un mio assessore si permettesse di minacciare un esposto senza la mia autorizzazione io lo caccerei il giorno dopo, se non lo fai vuol dire che la vedi così anche tu». Una stoccata al governatore Attilio Fontana, con cui De Corato non ha mai parlato della questione («non c'è motivo di farlo»). Ricorda a Sala di essere «un consigliere comunale dall'11 gennaio quindi esercito i miei diritti. Forse non se ne è accorto perchè da allora non ha mai partecipato a una seduta».

Chiara Campo

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