Santa Giulia senza pace La terra inquinata? Non è colpa di nessuno

Il processo è appena iniziato e rischia già di finire Presto il giudice potrebbe dichiarare la prescrizione

Santa Giulia senza pace La terra inquinata? Non è colpa di nessuno

Quando scoppiò lo scandalo, la sintesi giornalistica fu tutt'altro che rassicurante. «Bomba biologica a Santa Giulia». Ormai cinque anni fa, le cronache raccontavano di bonifiche farlocche e di sostanze inquinati che sarebbero state nascoste sotto il tappeto del grande intervento urbanistico-immobiliare di Rogoredo. Cadmio, cromo esavalente, cloroformio, arsenico sepolti sotto terra, fino a raggiungere la falda. Ma, a distanza di cinque anni, il processo iniziato il mese scorso rischi di fare la fine di una bolla di sapone. Grazie alla prescrizione.

Ieri mattina, infatti, i difensori degli undici imputati hanno chiesto al giudice della quarta sezione penale Giulia Turridi di dichiarare prescritti i reati ambientali contestati (gestione nonautorizzata dei rifiuti, creazione di discarica non autorizzata, miscelazione non autorizzata di rifiuti), imputazioni relative al trattamento dei terreni inquinati dalla presenza di sostanze tossiche e nocive accumulate negli anni in cui la zona ospitava alcuni impianti industriali e al mancato smaltimento dei rifiuti che avevano contaminato, con valori di molto al di sopra di quelli massimi consentita dalla legge, la falda acquifera più superficiale. Oltre all'immobiliarista Luigi Zunino, sono finiti davanti al giudice anche ClaudioTedesi (progettista del Piano scavi), Ezio Streri (responsabile del cantieredel corso dell'esecuzione del Piano scavi), Silvio Bernabè (consigliere di Milano Santa Giulia spa), Carlo Bossi (responsabile della Ecoappraisal srl),Vincenzo Bianchi (legale rappresentante della subappaltatrice Lucchini Artoni), Bruno Marini (legale rappresentante della subappaltatrice Edil Bianchi), Alessandro Viol (capo cantiere della Edil Bianchi), Annalisa Gussoni (responsabile Ufficio bonifiche del Comune di Milano), Paolo Perfumi(responsabile ufficio Arpa Dipartimento di Milano) e Gianfranco Abbate(ingegnere chimico e direttore di cantiere).

E considerando che gli imputati erano già stati tutti prosciolti davanti al giudice per le udienze preliminari dall'accusa più grave (adulterazione dolosa delle acque), secondo le difese restavano in piedi solo alcuni reati contravvenzionali. I quali si prescrivono in cinque anni. La Cassazione - hanno sostenuto gli avvocati ieri in aula - ha stabilito che ai fini della prescrizione il calcolo dei cinque anni deve partire dal momento in cui si consuma il reato ipotizzato, in questo caso rappresentato dall'ultimo movimento terra nell'area di Rogoredo, fato risalire alla fine del 2008. Dunque, secondo questo calcolo, reati estinti alla fine del 2013. E poco cambia se il giudice riterrà fondata la tesi della Procura, secondo cui il conteggio dei cinque anni deve partire dal sequestro dell'area, nel luglio 2010, e dunque la prescrizione interverrà soltano a partire dal prossimo luglio. Perché, insistono i legali, è impensabile di esaurire un simile processo e arrivare a una sentenza di primo grado nel giro di sei mesi scarsi.

Perciò, se non è nei fatti, la prescrizione è già nella sostanza. E già nella prossima udienza, fissata per il 19 gennaio, il giudice potrebbe arrivare a una decisione. Disinnescando la «bomba biologica» di Santa Giulia.

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