I tram di Milano rompono il «tran tran» della vita quotidiana perché sono più ferrosi e grandi dei carciofi, quelli di un famoso amaro. Sulla vettura 1503 piuttosto che sulla 609, giallo sole e giallo paglierino, sulla «bianca» ispirata a Bruno Munari oppure su quella integralmente rossa, si combatte lo stress perché non è mai andato perduto il piacere della bella vita meneghina. La targa di un tram è sempre: «Allegriaaaa!». Quest'anno a causa della crisi pare non sia previsto che cammini il convoglio di lucine natalizie così lucente nella scura notte padana e nemmeno quello di Babbo Natale, anche se feste, cene, reading culturali, concerti continuano a viaggiare sulle due rotaie, simboli della geometria romantica di un insediamento umano che deve anche a questi convogli di quasi cent'anni, sopravissuti alla distruzione della guerra per merito del robusto nervo dei loro involucri, l'atavica libertà della sua indole. Grazie ai tram a Milano anche le parallele si incontrano in corse proiettate nella storia del pensiero, come quelle che in alcuni giorni partono con le scolaresche per fare una lezione viaggiante su Alessandro Manzoni. Nelle domeniche a spasso gli «storici» diventano «ecologici» e avanzano spassosi con gruppi di adulti e bambini a cui vengono lette pagine e pagine, aperte sullo spettacolo della natura. Sul «Tramito» colore delle fragole i piccoli possono ascoltare racconti tratti da «Petal People» della Valentina Edizioni in cui quindici fiori animati danno vita alla terra fantastica di «Florilandia». In laboratori d'orticoltura i bambini piantano il loro seme preferito. Il tram è un curatore delle tue radici come un orto e un giardino. Scrivere sul tram è uno scrivere fecondo, vegetale. Non a caso tempo addietro, negli anni '60, le vetture erano verdi quanto i parchi che si inoltrano nell'asfalto. Cultura del verde, ma cultura urbanistica sul «Bruno Munari» dove i gruppi lavorano sul concetto di città in quanto tessuto tramato dall'incontro e dalla sovrapposizione di strade, piazze, tunnel, canali, che dal tram si vedono ad un'altezza giusta dove non scompare la prospettiva di un viaggio senza limiti attraverso una metropoli che, a differenza di un villaggio, non potrai mai conoscere fino alla sua ultima strada. E qui vive il mistero dell'opera dell'uomo.
Sabato 1 e domenica 2 dicembre si svolge la terza edizione di «Porte aperte Atm» nell'officina Teodosio, che l'anno scorso ha richiamato ben ventimila milanesi affezionati a un mito elettrico che in molta filmografia è sinonimo quanto di passato quanto di rivoluzione futura. «Porte aperte» è un'immersione nel mondo tramviario dove i viaggiatori che saranno grandi domani, perché oggi sono piccini, imparano la «Tram Dance» e a telecomandare convogli volanti. Grazie ai volontari dell'azienda che si impegnano per Telethon sarà possibile sostenere una campagna di beneficenza a favore delle malattie genetiche rare. Freddo e caldo sono da sempre gli stimoli che un tram stampa sulla pelle con le sue maniglie in ferro e i suoi sedili in legno. Il caldo è anche quello della Biosauna del «Benessere Misura», nato dalla collaborazione tra Atm e Terme Milano. Una temperatura che sale anche a 70 gradi con un'umidità del 35%. Parcheggiato nel giardino della Terme, questo tram è l'unico al mondo che va... a vapore.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.