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Scala, confermato lo sciopero: salta il balletto di Vasco Rossi

Scala, confermato lo sciopero: salta il balletto di Vasco Rossi

«I lavoratori della Scala non puntano a farsi ammazzare». Le lapidarie parole di Giancarlo Albori, segretario territoriale Slc-Cgil, al termine dell’assemblea generale di ieri pomeriggio che ha confermato lo sciopero indetto per sabato. Salta il debutto nel tempio della lirica del Blasco. «La volontà dei lavoratori è molto chiara. La votazione è stata inequivocabile». Gli oltre 400 iscritti alla Cgil, assieme ai compagni del Cub incroceranno le braccia per protestare contro la riforma dell’articolo 18 e denunciare l’assoluta mancata di sicurezza al Piermarini.
Brucia ancora «la lettera significativa del direttore generale del teatro che punta l’indice sulla negligenza dei lavoratori, ma le maestranze della Scala non puntano certo a farsi ammazzare». Il riferimento è alla lettera firmata da Maria di Freda il 22 marzo in risposta alle denunce degli incidenti del 23 ottobre - quando è crollata la scenografia durante la prova generale de «La donna del lago» - e del 17 marzo quando, durante le prove di allestimento luci della «Donna senz’ombra», il fondale si è schiantato sul palco. «Qualsiasi sistema integrato della gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro - le parole incriminate - non può prescindere dal corretto comportamento e dalla diligenza nello svolgere il proprio lavoro». Così i fortunati fan che erano riusciti ad accaparrarsi i biglietti per «L’altra metà del cielo», la prima mondiale del balletto sold out di Vasco Rossi, per la scenografia di Martha Clarke, dovranno aspettare martedì.
Sceglie la lotta dura anche il Cub, che firma denunce ed esposti sulle condizioni di lavoro delle maestranze: «Le parole della direzione hanno fatto traboccare il vaso, andando oltre qualsiasi limite. Sono scandalose e folli. Questa direzione deve saltare perché continua a ignorare una serie di problemi del teatro». Duplice il piano su cui si articola la protesta, anche per il Cub che punta a «caricare il movimento di ribellione sociale contro la riforma del Welfare del governo Monti. Noi saremo collegati con la manifestazione di sabato “Occupy piazza Affari” contro le politiche antisociali del Governo e della BCE».
Per il rocker di Zocca si allontana l’entrèe nel tempio della lirica...«Siamo costretti a privarci della gioia di lavorare alla Prima di Vasco per far sentire le nostre ragioni, ma per noi la giornata di sabato sarà una festa mancata». Dietro le quinte della mobilitazione si dice che il 90% degli aderenti al Cub sia fan del Blasco e che molti avessero delle perplessità verso lo stop per questo motivo. Alla fine però le ragioni della lotta sociale hanno avuto la meglio sulla passione per il rock nostrano. «Ci metteremo in contatto con lui, gli scriveremo su facebook per fargli sentire la nostra vicinanza e il nostro dispiacere. Ma l’unico modo per fare sentire la nostra voce era far saltare una Prima così importante».
Non la pensa così Silvio Belleni della Fistel Cisl che definisce l’agitazione «una follia». La Cgil rimane isolata: «Ancora una volta si è presa una decisione unilaterale.

Scioperare per la sicurezza è inutile: si facciano piuttosto protocolli seri per le diverse tipologie di lavoratori - continua Belleni -. Ci dissociamo dalla protesta che colpisce la produzione in un anno difficile per i lavoratori e per la fondazione. Così si penalizzano solo la cultura e il pubblico».

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