«Il Comune ha dimenticato l'opportunità di farsi sponsorizzare i lavori nelle scuole. Addio fondi per palestre e laboratori». La protesta arriva dal capogruppo di Forza Italia Fabrizio De Pasquale che annuncia un'interrogazione all'assessore all'Educazione Laura Galimberti per sapere quante risorse è riuscita a recuperare con lo «School Bonus» di Renzi, lo strumento lanciato dall'ex premier Pd nel 2016 per consentire a cittadini, enti e imprese di fare donazioni alle scuole pubbliche o paritarie vedendosi riconosciuto un credito di imposta (fino a 100mila euro) pari al 65% per le elargizioni effettuate nel 2016 e 2017 e del 50% nel 2018. Il governo M5S-Lega ha mandato in pensione il provvedimento, ma pure il Comune di Milano l'aveva ignorato fino all'ultimo, ha lanciato l'avviso solo dallo scorso 28 novembre al 31 dicembre, e su pressing della scuola Manzoni che avrebbe voluto usufruirne. Mentre (ad esempio) altre scuole paritarie hanno pubblicato costantemente sui siti internet le risorse incassate in autonomia grazie allo School Bonus - dall'istituto San Giorgio di Pavia che ha recuperato e reinvestito 237mila euro in due anni alla scuola Giovanni XXIII di Milano che ne ottenuti oltre 56mila per risistemare l'edificio - solo a fine novembre 2018 il Comune ha indicato sul proprio sito la possibilità di contribuire al restyling delle scuole materne e della Manzoni.
Il capogruppo di Forza Italia fa notare peraltro che l'amministrazione aveva aperto un solo conto corrente e non uno dedicato per ogni scuola («così finiva tutto in un calderone, veniva negata la scelta della scuola beneficiaria») e non aveva indicato nemmeno i singoli progetti su cui richiamare l'attenzione dei privati. «Molte scuole - contesta ancora De Pasquale - avrebbero potuto realizzare ristrutturazioni interne a zero spese per il Comune, l'elemento più innovativo della Buona Scuola è stato omesso per tre anni dal Comune».
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