La settimana del cibo racconta una città trasformata dagli chef

Parla Gordini, ideatore della manifestazione che porterà nelle piazze la cultura del food

La settimana del cibo racconta una città trasformata dagli chef

Se settembre e gennaio sono i mesi della moda, aprile quello dell'arte e soprattutto del design, maggio ha ormai senza alcun dubbio il blasone del cibo. Pardon del «food», termine ormai entrato nel vocabolario corrente soprattutto all'indomani di Expo che ha consacrato Milano quale capitale dell'enogastronomia. La settimana che parte giovedì 2 maggio aprirà il sipario su un vero e proprio tourbillon di eventi che, pur parlando della stessa materia, vedranno scendere in campo attori diversi. Dalle piazze ai palazzi storici, dalle università ai padiglioni di Fieramilano a Rho, il pubblico di appassionati potrà avventurarsi in un gigantesco palinsesto talk, percorsi, eventi, incontri, degustazioni ed esperienze cultural-gastronomiche; in prima fila, ovvio, le star della cucina televisiva. Il food è di gran moda, dirà qualcuno, e forse oggi pecca di sovraesposizione mediatica. Non così era dieci anni fa quando Federico Gordini, giovane esperto di comunicazione, lanciò per la prima volta la Milano Food Week che, nel 2008, doveva servire da trampolino per la neonominata Milano di Expo; il cui tema prescelto era appunto «Nutrire il Pianeta». Oggi la Milano Food Week, in occasione del decennale, rappresenta un'occasione ghiotta per fare il punto su come questa città sia cambiata proprio «surfando» sull'onda lunga dell'enogastronomia. «Dieci anni, ma sembra passato un secolo rispetto a quando a Milano si andava, volendo cambiare orizzonti, al ristorante cinese o a quello messicano», dice Gordini che a quel tempo presiedeva il comitato giovanile di Milano Expo. «Quei giovani sono la classe produttiva e imprenditoriale di oggi, e l'idea di creare una piattaforma per fare sistema nel mondo del food si è rivelata lungimirante». Sì perchè, finita la sbornia di Expo, la Food Week continuò ogni anno a raccontare l'evoluzione di un mondo, quello del gusto e della ristorazione, che ha fatto un salto quantico. «Un salto che è andato di pari passo con la trasformazione di Milano, proprio grazie ad Expo, in una città turistica - continua Gordini- E per il turismo internazionale il food made in Italy è un elemento strategico».

E così il suo osservatorio ha seguito, passo passo, una Milano diventata la capitale degli chef stellati, ormai entrati nello star-system, della nuova cucina internazionale e dei nuovi modelli di ristorazione. «Ma non solo - dice - siamo diventati un territorio di sperimentazione per brand internazionali come Starbucks, e per format innovativi anche da esportare, dallo street food ai locali temporary; tutto ciò grazie anche alla nascita di una nuova classe imprenditoriale che non è necessariamente figlia della ristorazione tradizionale». Quest'anno, per l'anniversario, la Milano Food Week con i suoi cento eventi sbarcherà con le sue cucine-palcoscenico anche in piazza Duomo.

«Sotto l'Arengario - così come a Citylife, nel building Bryan & Barry e allo Iulm - andranno in scena degli story-cooking dove i grandi protagonisti della cucina italiana si racconteranno. E soprattutto racconteranno come hanno cambiato la città dei consumatori».

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