La "signorina Kores" e le milanesi del boom

In un libro l'emozionante viaggio nel mondo del lavoro femminile negli anni del miracolo

La "signorina Kores" e le milanesi del boom

Per lunghi anni ci ha guardato da lassù, da quella facciata di palazzo Carminati che i neon pubblicitari illuminavano a giorno perfino quando su piazza Duomo calava una nebbia così fitta che inghiottiva la Madonnina, nascondeva le guglie e si infilava sotto l'arco della Galleria. Col tempo la silhouette snella e acconciata alla moda della «signorina dei nastri Kores», la segretaria-modello al lavoro davanti alla macchina da scrivere, diventò un'icona della Milano del miracolo che dava a tutti -e a tutte-, la chance di trovare la serenità economica e realizzare almeno una parte dei propri sogni.

Fu la sola insegna a non abbandonare mai il suo posto, proprio dirimpetto al Vittorio Emanuele a cavallo. Tanto che quando, nel 1989, venne «sfrattata» da lì, a molti -e non a torto- sembrò il tramonto di un'epoca. Ma quante signorine Kores ci sono state a Milano negli anni cruciali del boom? Quante lavoratrici donne hanno contribuito alla rinascita economica della città? Giovedì 9 febbraio, al Circolo dei lettori - Fondazione Adolfo Pini (corso Garibaldi 2), dalle 18.30, se ne parla nell'incontro a ingresso libero «Le donne fanno il boom», dedicato alle donne lavoratrici di Milano nei vent'anni tra il 1950 e il '70. Ci saranno l'assessore alla Cultura Filippo Del Corno, Maria Canella, storica della modernità e del costume, e Candida Morvillo, giornalista e scrittrice. Ma il vero protagonista sarà il bel libro «La signorina Kores e le altre. Donne e lavoro a Milano 1950- 1970», scritto a più mani da un gruppo di donne della Milano di oggi ed edito da enciclopediadelledonne.it.

Primo passo verso un «Museo delle donne» (chissà? ad oggi sono una cinquantina nel mondo, uniti nel circuito Iawm), il volume raccoglie saggi, interventi e immagini storiche che ripercorrono quegli anni di euforica novità. Dalle prime operaie -non solo del tessile- all'ingresso in magistratura, dalle sindacaliste in sciopero alle immigrate in cerca di sistemazione, dai primi consultori alle nuove professioni (anche) televisive: una vera e propria scalata sociale che si accompagna alla crescita economica della città e del Paese. Dalle giornaliste alle fotografe, dall'arte alla moda e al design, il volume è un omaggio all' «altra metà della Milano che rinasceva», proprio mentre il Triennale Design Museum celebra il ruolo delle donne-progettiste con la mostra «Women in Italian Design» (visitabile fino al 19 febbraio), e il 12 febbraio cadono i 30 anni dalla scomparsa di Angela Giussani, ideatrice di Diabolik, figura-simbolo della creatività femminile a Milano. Durante il boom non solo molti uomini, ma anche tantissime donne sono arrivate da ogni parte d'Italia in cerca di cambiamento, e per molte di loro questo viaggio fu l'occasione di riscrivere un pezzo di futuro.

D'altra parte i numeri ci dicono che qui si concentrava, in quegli anni, quasi il 10% della forza-lavoro femminile italiana, e non è un caso che proprio a Milano, ogni 8 giugno, si tenesse il concorso per la «segretaria italiana dell'anno». Sotto gli occhi attenti e severi della signorina Kores. La dattilografa più amata dai milanesi.

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