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Smog, la «mancetta» del governo

Pochi fondi dal ministero, Maroni: «Così non serve». Pm10 oltre i limiti anche nel secondo giorno senz'auto

Maria SorbiIl ministero dell'Ambiente Gian Luca Galletti dà la mancetta di fine anno a Milano. Per potenziare il trasporto pubblico concede 12 milioni alle grandi città. Che significa circa 2 milioni di euro a testa. Una cifra che, andando a vedere, non basta nemmeno per acquistare un tram di nuova generazione. Ci sono poi altri 405 milioni di euro per le politiche ambientali: non più di 67 milioni a città. «Servono degli zeri in più» si lamenta il presidente della Lombardia Roberto Maroni. Il contentino concesso da Roma è sufficiente a fare ben poco: «In realtà ho chiesto al governo 2 miliardi per misure antismog strutturali ed efficaci in Lombardia» commenta sul suo profilo Twitter. «Se il presidente Maroni pensava di venire a risolvere tutti i problemi della sua Regione, allora ha sbagliato ministero» replica immediatamente Galletti. Polemiche sui fondi a parte, la Regione fa la sua parte e ha anche aderito al protocollo anti smog «perché contiene misure, tutte tranne la misura aggiuntiva del limite a 30 all'ora in città, che noi in Lombardia già attuiamo». Lo stesso assessore comunale alla Mobilità Pierfrancesco Maran sostiene che servano «risorse adeguate». Fatto sta che Milano e la Lombardia sono in totale apnea. Anche il secondo giorno di blocco del traffico è stato un fallimento totale e siamo arrivati al centesimo giorno oltre i limiti di polveri sottili. Secondo i dati forniti dall'Arpa, martedì in città sono stati registrati 75 microgrammi per metro cubo al Verziere e 83 dalla centralina di via Senato, contro i 60-67 di lunedì, sempre ben al di sopra dei 50 consentiti. Numeri lampanti. È lo stesso presidente dell'agenzia ambientale Arpa, Bruno Simini, a decretare «un netto peggioramento» dell'aria rispetto al primo giorno di blocco auto. «I dati delle nostre centraline Arpa - sostiene lanciando una frecciata al mondo della politica - sono scientifici. Non possono essere interpretati con fantasia come fossero numeri elettorali, a seconda delle convenienze. Dimostrano che non ha senso fare tanto per poco tempo. Piuttosto occorre fare il contrario: poco per tanto tempo». Le misure strong, insomma, non danno risultati. Significa che il Giuliano Pisapia che invita a frenare coi giudizi negativi sul blocco, aspettando di fare un bilancio finale, è anacronistico. Se il provvedimento dei tre giorni avrà qualche buon risultato sarà solo per le correnti d'aria che si sono alzate ieri e che hanno fatto un po' di pulizia: i dati di oggi potrebbero quindi riservare qualche buona notizia e salvare in corner il criticatissimo stop alla circolazione. Altrimenti, i dati sembrano prendersi gioco del blocco. A Bergamo, dove sono state applicate le (inutili) targhe alterne, lo smog è calato. Idem nell'hinterland, nei comuni dove non è stato effettuato alcun blocco del traffico. A Meda si è passati da 124 microgrammi a 76, a Merate da 89 a 54 e a Cantù da 88 microgrammi a 48. L'unico successo sono state le multe: 240 quelle di ieri, 850 quelle effettuate da lunedì a ieri pomeriggio.

Consapevole dei limiti del divieto di circolazione, Palazzo Marino ha chiesto all'azienda Amsa un intervento speciale anti smog. Un lavaggio quotidiano di circa 750 km di strade per ridurre la concentrazione di polveri sottili.

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