Il piano regionale per la qualità dell'aria sarà approvato entro i primi mesi del 2013. Parola del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. Il che significa che i divieti anti-smog di quest'anno (che scatteranno alla metà di ottobre) riproporranno la vecchia versione dello scorso inverno: stop per dodici ore (dalle 7,30 alle 19,30 da lunedì a venerdì) per gli autoveicoli euro 0 benzina, diesel 0, euro 1 ed euro 2 per sei mesi.
Dall'ottobre 2013 le misure saranno più pesanti: si comincia ad estendere il divieto di circolazione delle vecchie auto a tutti i comuni della cosiddetta zona A, che comprende l'hinterland e i comuni più popolati, oltre agli agglomerati di Milano, Bergamo, Brescia e numerosi altri comuni della provincia di Como, Cremona, Monza, Pavia, Varese. Di fatto verranno costrette a restare in garage 220mila vetture inquinanti.
Si è scelto di estendere l'area del divieto anziché raddoppiare l'orario del blocco, convinti di ottenere un risultato più significativo sulla qualità dell'aria. La riflessione è stata messa a punto durante gli Stati generali dell'aria appena conclusi e verrà formalizzata con una delibera entro la primavera.
Quella sarà anche l'occasione per tornare sul tema dei diesel Euro 3, il vero asso nella manica del Pirellone per migliorare i dati sullo smog. Verranno sicuramente bloccati, ma non di colpo.
«La direzione - spiega l'assessore all'Ambiente Marcello Raimondi - è quella di arrivare a fermarli gradualmente, ma non prima di aver condiviso questa decisine con i soggetti coinvolti, con i quali vogliamo individuare la modalità migliore per iniziare a limitarne la circolazione». Il divieto metterà fuori gioco un parco auto di un milione di veicoli in tutta la Lombardia, 241mila solo nella provincia di Milano.
Agli Stati generali è stato anche chiarito che nessuna misura anti smog è davvero efficace se non ci sono i controlli e non si fanno rispettare sul serio i divieti. «È emersa una grande consapevolezza della necessità di rafforzare i controlli - aggiunge Raimondi - e come Regione vogliamo farci carico di riunire chi svolge un ruolo di controllo sul territorio per arrivare a risultati efficaci».
Intanto si ragiona sui dati, «per la prima volta reali e non basati su proiezioni derivanti da casistiche straniere». Se in Lombardia non si superasse la media annuale stabilita dall'Ue di 40 microgrammi al metro cubo di Pm10, «sarebbero posticipabili» 169 decessi per cause naturali a livello regionale, di cui 144 in provincia di Milano (l'85%) e 93 (il 55%) nel solo capoluogo.
A dirlo è una ricerca curata da Alberto Bertazzi, ordinario di Medicina del lavoro all'università degli Studi. I ricoveri evitabili a livello regionale sarebbero 171 per le malattie respiratorie, 53 per quelle cerebrovascolari e 40 per le malattie cardiache.
Questi numeri saranno il punto di partenza per impostare il piano dell'aria. Ma l'ideale sarebbe impostare un ragionamento che vada oltre i confini lombardi. A ribadirlo è lo stesso Formigoni sostenendo che quella contro lo smog «è una battaglia che può essere vinta solo se combattuta da un esercito molto largo fatto di istituzioni, associazioni e cittadini».
Da qui la richiesta di un piano dell'aria anche a livello nazionale: «Sarebbe un forte ausilio a quello regionale». Proprio la lotta allo smog ha inoltre concluso, «sarebbe tra i primissimi temi in chiave di macroregione».
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