Scappando dopo una «spaccata» e al termine di un inseguimento di 20 chilometri, erano riusciti a far perdere le loro tracce sparendo all'interno del campo nomadi di via Bonfadini. Ma ieri sono stati sei i fermi eseguiti dai carabinieri che hanno individuato una banda rom ritenuta responsabile, secondo i provvedimenti emessi dalla Procura di Monza, di una serie di furti compiuti nelle aziende della Brianza. I fermati sono tutti provenienti dalla Bosnia Erzegovina e ritenuti, a vario titolo, responsabili di concorso nei furti e resistenza a pubblico ufficiale. Un'indagine condotta dai carabinieri della Compagnia di Vimercate dopo i quattro colpi del primo luglio in aziende di Nova Milanese, Seveso e Cesano Maderno impegnate nel settore della meccanica di precisione ed arredamento. «I furti - si legge in un comunicato dei carabinieri - tutti commessi con la tecnica della spaccata, sono stati compiuti utilizzando auto in uso alla banda o muletti presi nelle ditte e utilizzati per abbattere le porte dei capannoni». In un'occasione l'intervento delle pattuglie dei carabinieri e della polizia stradale di Arcore aveva messo in fuga i membri della banda che erano stati inseguiti per oltre 20 chilometri sulle Tangenziali Nord ed Est di Milano fino al campo rom di via Bonfadini, dove avevano fatto perdere le proprie tracce, allontanandosi a piedi e abbandonando la refurtiva e l'auto utilizzata per la fuga. Ma l'acquisizione e l'analisi dei filmati delle telecamere di sorveglianza all'interno delle ditte derubate ha consentito di identificare dapprima alcuni componenti della banda, già noti ai carabinieri per precedenti specifici e, successivamente, di riconoscere altri complici e stabilire la comune matrice dei furti.
Nell'operazione che ha portato ai fermi, sono stati impegnati 80 militari impegnati su due obiettivi: il parcheggio di fronte al centro sportivo Saini e quello vicino ortomercato dove sono parcheggiati diversi camper utilizzati dai diversi nuclei familiari. Spostandosi però spesso, come hanno ricostruito le indagini, in aree pubbliche e principalmente nei pressi dei parcheggio di grosse aree commerciali o industriali. Uno dei fermati è anche risultato essere destinatario di un ordine di carcerazione emesso dalla Procura di Bergamo dovendo espiare una pena detentiva di 2 anni 2 mesi e 6 giorni per due furti avvenuti nel dicembre 2016 a Milano e nel luglio 2017 a Chignolo d'Isola.
«Tanto per capire di cosa stiamo parlando - attacca l'assessore regionale alla Sicurezza Riccardo De Corato - quello di via Bonfadini è un campo costato al Comune quasi un milione di euro, quello in cui quasi nessuno paga le utenze e dove quasi nessun adulto ha mai trovato una sistemazione lavorativa. Una fucina di delinquenti.
I sei malviventi bosniaci sono stati arrestati all'interno dei loro camper nei quali vivevano nei pressi dell'Ortomercato e uno di loro aveva anche un mandato di arresto per una pena da scontare. Questa situazione non è più tollerabile».
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