Star spagnole al Grassi per l'opera di Lorca "Parole incandescenti"

Prima nazionale del «Romancero gitano» In scena l'attrice Espert, regia di Pasqual

Star spagnole al Grassi per l'opera di Lorca "Parole incandescenti"

Difficile entrare in risonanza con le poesie di Federico Garcìa Lorca, molto citato, molto ricordato per via della tragica fine (venne fucilato dai franchisti in una strada di Granada, il 19 agosto 1936, perché «praticava l'omosessualità e altre aberrazioni»), ma non letto e conosciuto - in Italia - quanto meriterebbe. Ci viene in soccorso il teatro: da stasera al 27 ottobre vediamo, al Grassi, il «Romancero gitano», regia di Lluís Pasqual, interpretazione di Nuria Espert (spettacolo in spagnolo con sovratitoli in italiano). È una prima nazionale, fiore all'occhiello che il sistema diretto da Sergio Escobar può indossare con orgoglio.

Nuria Espert, 84 anni, è un mostro sacro delle scene iberiche, e non solo; Pasqual, 68 anni, è regista di fama che da anni imbastisce colloqui con Lorca, da lui chiamato semplicemente Federico. «Gli amici si scelgono anche tra i morti», ha detto ieri in conferenza. «Con Federico, sul quale ho scritto un libro, divido lo stesso segno zodiacale e molto altro». La raccolta poetica «Romancero gitano», con radici nella Spagna del Sud, carica di fascino e misteri dati appunto dai gitani (ma non è resoconto etnologico o, peggio, folkloristico), uscì nel 1928, consacrando Lorca come uno dei massimi autori della «generazione del 27». Nulla di meglio che portarlo in scena, consolidando un'amicizia di oltre 30 anni e una consuetudine lorchiana: proprio in una produzione del Piccolo, nel 1986, Espert e Pasqual cominciarono a lavorare insieme, con «El Público». Ieri Nuria Espert guardava con tenerezza l'amico Lluis: «Quanti spettacoli abbiamo fatto insieme? Nove?». «Sì, nove», le ha risposto il regista. «La prima volta che ti vidi in scena mi venne la febbre, tanto era l'emozione. E dovremmo anche ricordare quando venni a trovarti nella tua casa al mare. Mi ero portato forse quaranta libri su Medea, che tu nella vita hai fatto in sette produzioni diverse. Invece tu mi desti la mano e mi portasti a passeggiare sulla spiaggia». Ecco, sono questi lacerti di un rapporto speciale che danno il segno del raro sodalizio. Nuria Espert, che da giovane interpretò «Amleto» nel ruolo del principe (immaginiamo, nella Spagna del tempo, i sopraccigli alzati), è stata regista (ha diretto, per dire, Glenda Jackson) di molte opere liriche. «Ma preferisco la musica di Lorca. Per me questo spettacolo è una bella avventura pericolosa. Con Lluis mi trovo benissimo. Mi dirige fin da quando era bambino, era giovane come un angelo».

Il «Romancero», un'ora circa di spettacolo, sono le parole di Lorca, incandescenti. «Come il carbone minerale - dice il regista - basta accenderle per riscaldarsi. Non c'è la musica, bastano le poesie di Federico, meravigliosa musica. E non ci sono video». Già, oggi i video si sprecano, anche in spettacoli del Piccolo. Fa bene Pasqual a ricordare che spesso si tratta di superfetazioni. La situazione in Spagna, per via della Catalogna, è incandescente come le parole di Lorca. Sia Espert, sia Pasqual, non si addentrano nel tema.

Però Pasqual dice che quel che succede a Barcellona «è un grande dolore, oggi non si sa più chi è chi». Almeno durante il franchismo, aggiunge Espert, non c'erano dubbi: «Sapevi chi erano i fascisti e chi lottava per la libertà».

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