Stazioni del metrò a sponsor privati

Stazioni del metrò a sponsor privati

Salire alla stazione Montenapoleone-Armani e scendere a Duomo-Rinascente. O viaggiare, con un cambio, da Porta Romana-McDonald's a Cordusio-Generali. Tre mesi fa lo avevamo immaginato come un gioco dell'oca. Roma aveva appena inaugurato la prima fermata sponsorizzata della metropolitana: un test tre mesi con Vodafone, la compagnia telefonica che a Madrid dal 2012 versa un milione di euro all'anno per battezzare l'ex stazione «Puerta del Sol». E se la rivoluzione arrivasse anche a Milano, ci eravamo chiesti? Avevamo pubblicato una mappa dell'Atm con le stazioni griffate, prendendo spunto in qualche caso da boutique, banche, centri commerciali che sono già il simbolo della piazza o della via su cui compare il segnale «M» del metró. In altri casi abbiamo lavorato di fantasia. E forse non ci siamo andati tanto lontano: di sicuro cambieranno i nomi, ma anche Milano ha deciso di scommettere su questo sistema per recuperare soldi da reinvestire sui trasporti pubblici. In tempi di bilancio (sempre più) in rosso, il Comune lancerà un avviso pubblico per trovare privati interessati a mettere il «marchio» - e il nome - sulle quattro linee metropolitane o a singole stazioni. La giunta Pisapia ha approvato le linee di indirizzo per aprire il bando al più presto. «Negli ultimi anni - é la premessa - gli enti hanno risentito notevolmente degli effetti di una difficile situazione economica complessiva, e i trasferimenti da parte del governo sono ormai da anni sono in continua e costante riduzione» mentre con la crisi «cresce in modo esponenziale e esigenze dei cittadini». Ed ecco che dopo mostre o luci di Natale, il soccorso degli sponsor viene chiesto anche per sostenere i trasporti. È interesse del Comune precisa la nota «valorizzare il “naming” delle linee metropolitane 1,2,3,5 e/o delle stazioni». Qualche paletto: saranno rigettati i casi in cui ci il privato abbia conflitti di interesse con l'oggetto della sponsorizzazione o contenziosi con l'amministrazione, sono in ogni caso escluse la propaganda di natura politica, sindacale e/o religiosa e di dubbia moralità, i messaggi offensivi incluse le espressioni di fanatismo, razzismo, odio o minaccia o comunque lesive della dignità umana. La scelta del contraente spiega il Comune «avverrà secondo criteri che privilegino il massimo finanziamento possibile». Per aggiudicarsi le fermate di maggior scorrimento dei passeggeri - vedi Centrale, Duomo, Cadorna, Garibaldi, Montenapoleone - potrebbe scatenarsi una guerra a suon di euro. È l'auspicio dalle parti di Palazzo Marino ovviamente, del resto in vista di Expo il ritorno d'immagine è assicurato. Quanto può valere l'operazione? Parecchi milioni di euro.

Se si considera che per una fermata centralissima Madrid ha attratto un milione all'anno, Milano ha una rete con 101 stazioni e mette all'asta anche il nome delle 4 linee. Facendo una media tra le stazioni più battute e quelle meno interessanti per in termini pubblicitari, l'asticella potrebbe andare dai 50 ai 100 milioni di fondi in più per il trasporto pubblico.

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