È un mandato di arresto europeo quello eseguito dalla Divisione anticrimine della questura di Milano ed emesso dalla Spagna nei confronti di un 50enne argentino. L'uomo è accusato dalla polizia iberica di aver violentato una donna con sindrome di Down. La violenza avvenne in un centro per disabili dove l'uomo lavorava come inserviente.
Lorenzo Hurtado Vasquez 50enne argentino di nazionalità, ma nato in Perù era ricercato dalle autorità spagnole fin dal 2012, dopo che era stata accertata la grave violenza sessuale che aveva commesso: in un istituto per disabili dove lavorava a Barcellona, tra il 2011 e il 2012, aveva violentato più volte una donna down con una disabilità mentale dell'85 per cento. Contro di lui la prova principe, quella del Dna: la donna infatti era rimasta incinta, ma la gravidanza non era andata buon fine; dall'analisi del feto si è quindi risaliti in modo inequivocabile al fatto che il padre e quindi l'autore della violenza fosse proprio lui. Dieci anni la condanna prevista in Spagna per il reato, ma fin da subito l'uomo fa perdere le sue tracce.
Hurtado ricompare nel 2016 in Italia: in un controllo della polizia stradale in autostrada nei pressi di Milano fornisce un indirizzo falso, dicendo di abitare tra viale Monza e via Padova, zona ad alta densità di sudamericani. Risale invece al 2017 l'emissione del mandato di arresto europeo da parte delle autorità spagnole: l'avviso di cattura viene inserito nell'area Schengen il 13 settembre di quest'anno. Cominciano così le ricerche a Milano, soprattutto in quella zona. Dapprima gli agenti raccolgono informazioni tramite conoscenti fino ad arrivare a una donna sentimentalmente legata all'argentino. Infine gli agenti raccolgono altri indirizzi fino a giungere ad alcuni conoscenti che lo avevano ospitato.
L'escamotage usato dai poliziotti dell'ufficio arrestati e catturandi della questura di Milano è stato quello di spargere nella comunità sudamericana una voce: Hurtado avrebbe dovuto risolvere alcuni problemi relativi a dei controlli che erano stati fatti a suo carico e a cui mancavano delle generalità. Rintracciando quindi numeri telefonici di cui l'uomo si serviva ma che non erano intestati a lui, sono riusciti a contattarlo proprio con la scusa di concludere questi atti. Una volta fissato un appuntamento lo hanno arrestato ad appena una settimana dall'inizio delle ricerche.
L'indagine è stata complicata dal fatto che la polizia italiana non aveva di Hortado alcuna foto e tanto meno le impronte digitali. L'uomo è ora a San Vittore in attesa di estradizione.
«L'arresto dell'argentino condannato per lo stupro di un
disabile in Spagna, evidenzia l'ottimo lavoro degli investigatori della polizia ma anche la carenza di controlli da parte del Comune sui residenti di quella zona», commenta Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia.
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