Verranno processati per omicidio colposo i due giovani poliziotti in servizio la mattina del 23 agosto scorso nella sala della Questura dove sono allestiti i monitor di sorveglianza delle celle di sicurezza. I due agenti sono accusati di non essere intervenuti, anche perchè occupati a guardare il proprio cellulare, mentre un arrestato si impiccava alle sbarre della stanza di via Fatenefratelli. Quando scattò l'allarme l'uomo, un trentaduenne di origine algerina, era ormai in fin di vita.
Le registrazioni video acquisite durante le indagini hanno documentato sia quanto accadeva nella cella sia le attività dei due poliziotti nella «sala regia» che ospita i nove monitor collegati alle telecamere di sicurezza. L'arrestato viene ripreso durante i lunghi preparativi per collegare una ... all'inferriata e anche quando, sedendosi, lascia andare la testa e viene strangolato dal laccio. Negli stessi momenti i due agenti appaiono intenti a conversare, a sbrigare pratiche e a consultare i propri smartphone.
Al termine delle indagini la Procura aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo, ritenendo che l'inesperienza dei due agenti, da poco entrati in servizio, il carico di lavoro e la scarsa chiarezza delle immagini sui monitor giustificassero il loro operato. Ma il giudice preliminare Roberto Crepaldi ha respinto la richiesta del pm Paola Pirotta e ha disposto l'imputazione coatta dei due.
Secondo il gip, il fermato aveva già dato segnali di estrema agitazione al momento dell'arrivo in questura, e per questo sarebbe stata necessaria una particolare attenzione; se avessero guardato i monitor i poliziotti si sarebbero certamente avveduti «delle articolate, durature e inequivoche azioni preparatorie ed esecutive dell'impiccamento da parte dell'uomo».
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