Tabacci qui sta con Vendola, a Verona con Tosi

Tabacci qui sta con Vendola, a Verona con Tosi

L’assessore Bruno Tabacci ha cambiato più di una bandiera nella sua vita politica. Era democristiano (Marcora-De Mita), poi Udc (Casini) e deputato Cdl, quindi Alleanza per l’Italia (Rutelli) e Terzo polo, ora assessore a Milano (Pisapia). Siccome anche una particella minuscola come l’atomo si può frammentare, il Terzo polo si è già spaccato. Alle elezioni per il sindaco di Verona gli uomini di Rutelli e Fini appoggiano la Lega del favorito Flavio Tosi mentre quelli di Casini sono tornati a fianco del Pdl. E così, ecco il protone Tabacci correre sotto il balcone di Giulietta a tessere le lodi di un sindaco-sceriffo come Tosi. «È l’unico leghista che non disprezza la bandiera e ha ricevuto Napolitano con tutti gli onori», ha spiegato a Verona. «Inoltre nel suo partito si è contrapposto al cerchio magico e a Bossi, basterebbe questo per appoggiarlo. Si è dimostrato un buon sindaco quindi trovo normale sostenerlo, come andrò a Genova a dare una mano al candidato della sinistra Marco Doria». Dunque, per Tabacci c’è un centrosinistra buono, quello di Milano e Genova, e uno cattivo, quello di Verona che non candida un «gran borghese» ma un ambientalista. E soprattutto esiste una Lega buona, quella di Tosi-Maroni, e una cattiva, quella del cerchio bossiano. Ma nemmeno su questo l’assessore pisapiano è d’accordo con se stesso: «Gli slogan sull’indipendenza della Padania che ho sentito a Bergamo fanno pensare più a Milosevic che all’Europa».

È uno spettacolo vederlo in piazza Scala fare a botte con un maroniano come Salvini e sotto l’Arena flirtare con un maroniano come Tosi. Forse è un omonimo di quel Bruno Tabacci che un anno fa definiva il Carroccio «ambiguo e irresponsabile» perché «punta solo a prendere voti». E a cos’altro punta l’Api se non salire sul carro del vincitore?

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