Tagli ai viaggi per i lombardi: rispetto al 2102 non parte il 14%

Tagli ai viaggi per i lombardi: rispetto al 2102 non parte il 14%

Sesto anno di recessione per il turismo italiano. E i lombardi non fanno eccezione con una sensibile flessione delle loro partenze nei luoghi di villeggiatura del Belpaese ma soprattutto verso le località straniere. E quello lombardo, secondo gli statistici, è un dato importante perchè dà il termopmetro della situazione. Secondo l'indagine del Cescat, centro studi di Assoedilizia, l'incremento degli stranieri non ha compensato la contrazione domestica. Grazie alle elaborazioni dei principali enti e associazioni dell'industria turistica, secondo Assoedilizia nel semestre maggio-ottobre gli arrivi italiani nelle località di villeggiatura sono in diminuzione; parzialmente compensati da un lieve incremento degli stranieri. «La contrazione della domanda complessiva- spiega il Cescat - influisce negativamente sul fatturato dell'industria turistica italiana, anche se chi va in vacanza mostra una capacità di spesa lievemente superiore a quella dello scorso anno. Difficile comunque tradurre tale calo in percentuali attendibili, falsate oltretutto da una ripresa dell'evasione che impedisce di avere a disposizione dati certi. Comunque, dal picco del 2008 con 123 milioni di viaggi turistici, il calo nel 2013 a 85 milioni di unità (oltre la metà le cosiddette vacanze brevi di 8-10 giorni). Si riducono anche i viaggi all'estero: dalla Lombardia, che è il migliore barometro nazionale, segnali di meno del 14% rispetto al 2012». In Lombardia «funziona l'offerta turistisca del Lago di Garda che registra «un agosto da tutto esaurito». Il presidente di Assoedilizia, Achille Colombo Clerici, commenta «Nel turismo italiano ci sono ampi spazi di crescita che vanno assolutamente colmati e nel più breve tempo possibile, per non perdere il treno della competitività internazionale». E d'altronde,l'industria turistica serve un settore di bisogni che è tra gli ultimi a venir compresso dalla crisi economica.

Scontiamo l'incapacità di ridurre a sistema il ricchissimo asset del patrimonio turistico, artistico-monumentale e paesistico, nonchè gli effetti di una miope politica di promozione del nostro turismo a livello internazionale. Non parliamo della Francia che sta egemonizzando la politica turistica dell'Europa, ma anche considerando la Spagna vediamo che il bilancio turistico rappresenta il 20 %del Pil, contro il nostro attuale scarso 12 %».

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