Tangenti e appalti truccati sulla metro: raffica di arresti all'Atm

Anche due dirigenti dell'Atm tra le persone coinvolte. Nel mirino della guardia di finanza sono finite 8 gare di appalto per 150 milioni di euro

Tangenti e appalti truccati sulla metro: raffica di arresti all'Atm

Tangenti all'Atm e appalti per le forniture della metropolitana di Milano truccati. Queste le accuse che hanno portato, questa mattina, all'arresto di 13 persone (di cui una ai domiciliari), nell'ambito di un'operazione condotta dalla guardia di finanza. In manette sarebbero finiti, oltre ai manager di imprese fornitrici anche due dirigenti dell'Azienda dei trasporti milanese (Atm), società di proprietà del Comune di Milano.

Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, gli appalti truccati negli ultimi due anni sarebbero almeno stati almeno 8, tra cui anche quello da oltre 100 milioni di euro, destinato ai sistemi di segnalazione automatica della Linea 2 (la metro "verde"). In alcuni casi, gli appalti sarebbero stati comprati da tangenti, per un importo complessivo di oltre 150 milioni di euro. L'accusa sostiene che le gare siano state "a vario titolo turbate e/o oggetto di accordi corruttivi".

Figura centrale dell'indagine è il responsabile dell'Unità amministrativa tecnica complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione delle Linea Metropolitana 1,2,3 e 5, Paolo Bellini: a lui sarebbero andati 125mila euro di tangenti, concordate tra l'ottobre del 2018 e il luglio del 2019. "Le indagini hanno accertato - si legge in una nota del procuratore capo - l'esistenza di un sistema di metodica alterazione di gare ad evidenza pubblica indette da Atm, gravitante attorno alla figura e all'operato del pubblico ufficiale con il ruolo di responsabile dell'Unità Amministrativa Tecnica Complessa sugli impianti di Segnalamento e Automazione delle linee 1, 2, 3 e 5 e alle società Ivm s.r.l. e Mad System s.r.l., occultamente create e dirette dal funzionario infedele, insieme ad altri indagati, al fine di interferire nell'assegnazione ed esecuzione degli appalti di Atm, parte lesa nel procedimento".

Secondo gli inquirenti, intorno alla gestione delle gare di appalto per la metropolitana milanese c'era "un'associazione a delinquere finalizzata al compimento di plurimi reati contro la Pubblica Amministrazione ed in particolare dei delitti di corruzione propria, turbativa d'asta, peculato, abuso d'ufficio e falsi in atti pubblici". Il metodo utilizzato dai dirigenti "consisteva nell'offrire alle imprese interessate a partecipare alle gare d'appalto, la consulenza del pubblico ufficiale", garantendo materiale e informazioni privilegiate, con la possibilità di "sopralluoghi riservati e perfino la supervisione e correzione delle bozze di offerta, sino all'indicazione precisa delle percentuali di ribasso da offrire ad Atm al fine di prevalere sulle imprese concorrenti". Il tutto in cambio tangenti. Il vincitore della gara d'appalto doveva poi coinvolgere nei lavori le società Ivm e Mad System.

La procura ha disposto anche perquisizioni in Atm a Milano e in varie aziende a Milano, Monza, Savona, Lodi, Parma, Reggio Emilia, Bologna, Firenze, Latina, Caserta, Napoli, Salerno, Benevento, Pescara e Chieti, alcune delle quali indagate in base alla legge sulla "responsabilità amministrativa degli enti per i reati commessi dai dirigenti nell’interesse aziendale". I manager delle imprese private coinvolti nell'inchiesta sarebbero esponenti di Siemens Mobility, Alstom Ferroviaria, Emgineering Informatica, Cait, Gilc e Ctf.

L'inchiesta sulla corruzione si incrocia anche con gli accertamenti su alcuni incidenti avvenuti sulla linea 1 della metropolitana, che avevano provocato diversi feriti, a causa di una serie di "frenate brusche": "Sono stati raccolti - spiegano gli investigatori -elementi relativi ad un ulteriore e più risalente episodio di corruzione, avvenuto nel 2006 per l'assegnazione dell'appalto relativo al sistema di segnalamento della linea Metropolitana M1, nel cui contesto sono emerse le recenti criticità (frenate brusche d'emergenza) che hanno investito la linea rossa".

Gli arrestati sono accusati di turbativa d’asta e corruzione, per episodi avvenuti in particolare nel settore degli appalti per l'innovazione e la manutenzione delle metropolitane milanesi. L'indagine ha coinvolto anche altre 30 persone fisiche e 8 persone giuridiche. Secondo il gip che ha disposto l'arresto di 13 persone, "sussistono gravi indizi di colpevolezza in ordine alla quasi totalità delle ipotesi di reati", tra cui diverse conversazioni intercettate che hanno "di fatto lasciato pochi margini interpretativi rispetto al significato dei singoli dialoghi e alle intenzioni dei loro protagonisti, rendendo così agevole la ricostruzione sia delle attività criminose svolte, sia del contesto illecito in cui esse si sono sempre sviluppate".

Sulla vicenda è intervenuto anche il leader della Lega, Matteo Salvini, che chiede chiarimenti al sindaco di Milano Beppe Sala e ai "vertici dell'azienda nominati dalla giunta di centrosinistra". E aggiunge: "Mentre qualcuno faceva gli aperitivi, qualcun altro 'mangiava' sulla pelle dei cittadini. Aspettiamo immediati chiarimenti dal sindaco Sala. Da milanese sono molto preoccupato".

Parole dure anche il consigliere comunale e regionale della Lega, Max Bastoni, che ha commentato: "Le uniche cose che non si arrestano sono i ritardi nei cantieri ATM per la nuova linea 4 della metropolitana". Il consigliere ha poi ribadito l'augurio di Salvini: "Mi attendo che Beppe Sala e il direttore generale di Atm Arrigo Giana chiariscano rapidamente il coinvolgimento dell’azienda e garantiscano la trasparenza degli appalti". E ha concluso: "Quello che preoccupa i milanesi invece sono i gravi ritardi nei cantieri per la linea 4 della metropolitana e i 45 milioni di euro di debito accumulati. Quelli che, paradossalmente, non sembra destinati ad essere arrestati".

In tarda mattinata è intervenuto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala: "È sconfortante scoprire che mentre tutti si impegnano e lavorano per il bene della comunità, qualche disonesto mette a repentaglio il lavoro fatto da una intera azienda", ha detto, sottolinando che "Atm è un'eccellenza milanese e il suo lavoro non deve e non sarà infangato dalle malefatte di pochi".

Poco dopo, l'azienda dei trasporti ha pubblicato una nota, in cui si dichiara "del tutto estranea ai fatti contestati, attribuiti ai singoli soggetti che, a quanto si apprende, avrebbero agito autonomamente in violazione del Codice Etico di Atm ancor prima che in violazione delle norme di legge".

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