«Il tassista lo ha minacciato» Libero l'uomo che lo ha ucciso

Non è scappato, ha collaborato alle indagini. E, soprattutto, non aveva intenzione di uccidere. Ecco le motivazioni per le quali sono stati concessi gli arresti domiciliari al protagonista del caso di cronaca nera di cui da giorni si discute a Milano: la morte del tassista Alfredo Famoso, colpito al volto durante una lite stradale in via Morgagni e spirato dopo un giorno di coma. Scrive il giudice: «È più che plausibile che Righi abbia agito nello stato d'ira determinato dall'ingiusta condotta del povero Famoso, il quale, infatti, non contento di aver quasi investito lo stesso Righi e altre persone sulle strisce, si fermava e scendeva dal proprio veicolo per lamentarsi minacciosamente col medesimo Righi del danno che quest'ultimo aveva cagionato allo stesso veicolo».
E ieri il Consiglio comunale era dedicato proprio al servizio taxi.

Garantiti fondi per «rottamare» le colonnine gialle e adottare un numero unico e controlli a tappeto contro gli abusivi, anche nelle aree della movida. Ma parte dell'aula chiede tariffe più basse e striglia i tassisti: «Impossibile pagare con la carta e accedere in carrozzina».

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